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film del 1953 diretto da Gianni Vernuccio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Canzoni a due voci è un film italiano del 1953 diretto da Gianni Vernuccio.
Canzoni a due voci | |
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Tito Gobbi e Gino Bechi in una scena del film | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1953 |
Durata | 90 min |
Genere | commedia, musicale |
Regia | Gianni Vernuccio |
Soggetto | Vittorio Metz, Marcello Marchesi |
Sceneggiatura | Vittorio Metz, Marcello Marchesi |
Casa di produzione | Produzione Venturini |
Fotografia | Arturo Gallea |
Montaggio | Mohamed Abbas |
Musiche | Giovanni Fusco, canzoni del Maestro Dino Olivieri |
Scenografia | Alamanno Lowley |
Trucco | Guglielmo Bonotti |
Interpreti e personaggi | |
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Torino. Il famoso baritono Tito Robbi è vittima di un attentato mentre sta cantando al teatro Carignano. Salvatosi per miracolo, Robbi cerca di capire chi possa volerlo morto, e chiede aiuto al suo amico Gino Bolla, avvocato e baritono per diletto. In breve i due scoprono che dal manicomio della città è appena fuggito un pazzo di nome Aldo Scheggi, che somiglia a Robbi come una goccia d'acqua. Scheggi, proprio a causa della sua casuale somiglianza, si è convinto che Robbi gli abbia in qualche modo "rubato" la vita, sostituendosi a lui e godendo quindi di un successo che non merita: per questo è deciso ad ucciderlo a tutti i costi, arrivando persino ad introdursi in casa sua e facendo internare il vero Robbi al manicomio al posto suo. Dopo una serie di equivoci e scambi di persona, la polizia riesce ad acciuffare Scheggi, prima che possa compiere il delitto.
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