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forma di esibizione musicale che si trova unicamente tra gli Inuit Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il katajjaq o canto di gola inuit è una pratica culturale tipica dei popoli inuit. Si caratterizza per essere un canto armonico e ludico praticato generalmente da donne. È inoltre un gioco eseguito da due donne in competizione che si fronteggiano faccia a faccia e ha somiglianza con il rekuhkara degli Ainu in Giappone.[1]
I primi europei che ascoltarono gli Inuit praticare il katajjaq identificarono questi rumori come canti di gola, canti ansimanti o canti gutturali. Da parte loro, gli etnomusicologi Beverley Diamond e Nicole Beaudry hanno preferito utilizzare i termini «giochi vocali» o «giochi di gola» nelle loro pubblicazioni, per dare così enfasi all'aspetto ludico e non a quello musicale.[2][3] Di fatto, gli Inuit non hanno una parola equivalente a «musica» ed è l'ottica culturale occidentale quella che ha generato confusione riguardo al posto reale che occupano i giochi di gola dentro la cultura inuit. In realtà, la musica inuit, così come la intendiamo, si basa essenzialmente sulle percussioni, mentre i giochi di gola sono praticati in duetti e comportano una nozione di competizione con vincitori e perdenti.[3]
Anche se gli Inuit sono un gruppo etnico in sé, nel nord del Canada esistono diversi sottogruppi etnolinguistici e, pertanto, vari modi di chiamare il canto di gola inuit:
Il katajjaq si è trasmesso culturalmente dalle vecchie generazioni a quelle nuove senza lasciare tracce scritte che aiutino a determinare l'origine esatta di questa espressione.[1] Tuttavia al principio del XIX secolo, all'arrivo degli Europei nelle zone di caccia degli allora nomadi inuit, la pratica faceva già parte della tradizione nativa. La documentazione del katajjaq comincia a realizzarsi con le descrizioni fatte da esploratori come William Edward Parry nel 1824.[1] In principio il canto fu associato a pratiche religiose, principalmente dai missionari cristiani, che vedevano in esso una forma di sciamanesimo o di animismo.
Al principio del XX secolo e fino agli anni settanta, per influenza della Chiesa, la pratica del katajjaq fu proibita. La fine della proibizione diede spazio alla creazione di Festival, allo sviluppo di studi antropologici e all'apparizione di miti che aiutarono a riportare in auge questa tradizione.[1]
Il katajjaq è generalmente un gioco competitivo che si pratica con due donne che si fronteggiano faccia a faccia e si sostengono per le spalle. Il gioco termina quando una delle due rimane senza fiato o ride. Anche se i canti di gola sono soprattutto un'attività ludica, le giocatrici sono valutate secondo la qualità dei suoni prodotti e secondo la loro resistenza. In alcune occasioni, si aumenta il livello di difficoltà del gioco facendo in modo che le concorrenti si accuccino e si alzino mentre eseguono il canto, questo affinché le partecipanti perdano più rapidamente il fiato.
Nella tradizione inuit le donne praticano il canto di gola nel corso delle loro vite, mentre i giovani maschi si uniscono rapidamente agli uomini adulti nelle attività di caccia. Di conseguenza, i maschi che praticano il katajjaq non riescono a raggiungere la prestazione né l'esperienza che ottengono le donne.
Nel gennaio 2014, il Ministro della cultura e delle comunicazioni del Québec, Maka Kotto, designò il canto di gola della regione di Nunavik, il katajjaniq, come il primo bene culturale che si distingue come patrimonio culturale e immateriale del Québec.[6][1]
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