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Blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti d'America

procedura del sistema politico statunitense che coinvolge il settore esecutivo ogni qual volta il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio, recante il rifinanziamento delle attività amministrative Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti d'America (in lingua inglese chiamato government shutdown) è la particolare procedura del governo federale degli Stati Uniti d'America che coinvolge il settore esecutivo ogni qual volta il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio, recante il rifinanziamento delle attività amministrative.[1]

Storia

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Il Lincoln Memorial, chiuso al pubblico durante il blocco delle attività amministrative del 2013

In accordo con la sezione 9 dell'articolo 1 della Costituzione, la quale enuncia il principio secondo il quale le spese pubbliche devono essere direttamente legate ai relativi stanziamenti previsti dalla legge, la procedura di blocco delle attività amministrative è prevista dall'Antideficiency Act. Tale legge, volta a prevenire spese in eccesso rispetto agli stanziamenti varati dal Congresso e indebitamenti da parte dei vari enti governativi, prevede che in caso di mancata copertura finanziaria possono essere continuate solo le attività legate alla sicurezza della vita umana o alla tutela della proprietà.[2] Una prima versione di tale legge risale al 1870, che venne poi emendata più volte nel corso degli anni fino agli emendamenti approvati nel settembre 1982 (il nome odierno è stato assunto nel 1884).

Il primo blocco delle attività amministrative si verificò nel 1976 durante la presidenza di Gerald Ford, seguito da altri cinque arresti tra il 1977 e il 1979. Gli effetti provocati da tali blocchi furono tuttavia minimi poiché i vari enti pubblici applicavano le disposizioni dell'Antideficiency Act meno rigorosamente, riducendo in parte le attività non essenziali, ma continuando regolarmente la maggior parte delle operazioni. Tra il 1980 e il 1981 il procuratore generale Benjamin Richard Civiletti pubblicò invece due interpretazioni di tale legge, le quali offrivano una rilettura molto più rigida dell'Antidefiency Act. Secondo Civiletti per evitare di ricadere nell'illegalità gli enti pubblici dovevano cessare completamente le proprie attività in caso di una temporanea mancata copertura finanziaria, eccetto che per offrire servizi per i quali vi sia un «ragionevole e articolabile legame con la sicurezza della vita umana o la tutela della proprietà».[2] Da allora gli enti pubblici si adeguarono alla sua interpretazione per i successivi arresti. Annualmente l'Ufficio per la gestione e il bilancio emana una circolare con le linee guida che i vari dipartimenti della pubblica amministrazione devono seguire in caso di arresto.[2]

A partire dal 1976 un blocco delle attività amministrative si è verificato venti volte, con una durata massima di tre settimane. In seguito dal 1º al 17 ottobre 2013 sotto la presidenza di Barack Obama è stata provocata da uno stallo raggiunto sul dibattito tra Democratici e Repubblicani su un possibile mancato finanziamento o rallentamento della riforma del sistema sanitario, il Patient Protection and Affordable Care Act, noto anche come «Obamacare», con un possibile aumento del tetto del debito pubblico senza il quale si sarebbe profilato il cosiddetto baratro fiscale (fiscal cliff).

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Secondo il principio della separazione dei poteri (checks and balances) dettato dalla Costituzione degli Stati Uniti d'America, il Congresso esercita un potere esclusivo sulla gestione del bilancio federale. Tutti gli stanziamenti che formano la spesa pubblica devono quindi essere approvati da entrambi i rami del parlamento (Camera dei Rappresentanti e Senato) prima della promulgazione da parte del presidente. Le proposte di legge entrano in vigore anche senza la firma del presidente, il quale può tuttavia esercitare un diritto di veto che obbliga il parlamento a ridiscutere il documento emanato. Il veto del presidente può essere superato con una nuova approvazione da parte di almeno due terzi dei membri delle camere. Quando il Congresso non riesce a emanare la legge di bilancio e il rifinanziamento delle varie attività amministrative prima della fine del periodo fiscale in corso, queste vengono sottoposte a un arresto, ovvero a una procedura di sospensione, fatta eccezione per le attività giudicate «essenziali».

Prevista dall'Antideficiency Act, la procedura prevede che senza l'approvazione dei relativi stanziamenti, siano essi annuali o a breve termine, le attività governative non essenziali debbano essere sottoposte a un «arresto» (shutdown) fino all'approvazione di un rifinanziamento da parte del Congresso. L'inizio dell'anno fiscale e quindi il termine entro il quale il Congresso deve approvare i piani di spesa per le principali attività amministrative è il 1º ottobre.

Il blocco delle attività amministrative è una procedura tipica degli Stati Uniti. Infatti negli altri sistemi parlamentari governo e parlamento sono controllati di solito dalle stesse forze politiche: un'eventuale mancata approvazione del bilancio può determinare nuove elezioni, ma non compromette la regolare fornitura dei servizi pubblici[3] né limita il termine di durata dei contratti a tempo indeterminato dei dipendenti pubblici[4].

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Gli effetti

Riepilogo
Prospettiva

Durante un blocco delle attività amministrative il personale giudicato non essenziale dei vari dipartimenti della pubblica amministrazione viene mandato in congedo non retribuito. Tuttavia anche se non previsto dall'Antideficiency Act, storicamente il Congresso provvede a disporre un pagamento retroattivo per i lavoratori interessati.[2]

Tra i vari servizi pubblici interessati vi sono parchi pubblici, musei e monumenti che vengono immediatamente chiusi ai visitatori; viene sospesa l'ammissione di pazienti presso i centri di ricerca medica noti come Istituti nazionali di sanità; i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie vedono ridotta la propria capacità di controllo; dopo dieci giorni molti processi civili vengono sospesi e rinviati; la NASA vede ridotto al minimo il numero di impiegati, volti a supportare solo le missioni in corso; vengono sospesi alcuni servizi di assistenza ai veterani e tributaria; e molte richieste di finanziamento di piccole imprese e privati che prevedono agevolazioni statali vengono ritardate.[5][6]

Tra i servizi che non vengono invece coinvolti vi sono quelli postali, di riscossione dei tributi, di assistenza medica, i servizi prestati dalle forze di polizia, militari e vigili del fuoco, il controllo del traffico aereo e i servizi meteorologici.[5][6]

A causa dell'arresto del 2013 più di 700.000 dipendenti pubblici si ritrovarono in congedo non retribuito, molti dei quali furono richiamati in servizio prima del termine del blocco.[6][7] Tuttavia come da tradizione il Congresso dispose un successivo pagamento retroattivo per compensare i lavoratori interessati.[8]

Cronologia

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Note

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Altri progetti

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