Bernardino de Conti (Castelseprio, 1470 – Pavia, 1523) è stato un pittore italiano.
Biografia
Figlio dei "maestro" Baldassarre, domiciliato a Milano nel 1494, come conferma la firma "Bernardinus de Cornite de Mediolani", scritta dall'artista in molti quadri;[1] poche risultano le informazioni sulla vita del pittore appartenente, secondo alcuni storici dell'arte, alla casata dei conti di Castel Seprio, come attestato dalla firma impressa sul Ritratto maschile conservato a Roma nella collezione Sterbini.[2]
La sua formazione artistica si compì a Pavia, utilizzando come modelli di riferimento Vincenzo Foppa e i pittori lombardi preleonardeschi.[1]
La pala di San Pietro in Gessate è la più antica opera religiosa della sua carriera; non vi sono informazioni di rilievo che lo riguardano dall’anno 1508 al 1522. Conseguentemente a ciò, gli storici dell'arte ipotizzano che si fosse trasferito in Francia.[1]
Al 1522 risale l'ultimo lavoro documentato, una Madonna col Bambino, e quindi è probabile che l'artista sia morto in quegli anni.
Le sue opere firmate attestano una grande predilezione per i ritratti di personaggi importanti della vita politica lombarda e in una misura minore un certo interesse per le tematiche sacre, degnamente rappresentate dalla serie di Madonna col Bambino (1523) e dagli Angeli ed anime del Purgatorio (1502).[2]
Tra le opere eseguite tra il 1496 ed il 1523 si ricordano: il Ritratto di Francesco II Sforza bambino (1496), nella Pinacoteca Vaticana; il Ritratto maschile (1497), nella collezione Crespi di Milano; il Ritratto di prelato (1499), nei Musei di Berlino-Dahlem; il Ritratto di Charles d'Amboise (1500), conservato presso la Pinacoteca civica di Varallo (1500); il Ritratto di Sisto della Rovere (1501), nel Schlossmuseum di Berlino; il Ritratto di Catellano Trivulzio (1505) nel Brooklyn Museum; il Ritratto di Alvise da Besozzo (1506), nei Musei di Berlino.[2]
Se abitualmente i critici d'arte inseriscono, per le opere a sfondo religioso, Bernardino de Conti nelle file dei leonardeschi, il pittore soprattutto nell'esecuzione dei ritratti si dimostrò più autonomo, sia per la vista di profilo tradizionalmente lombarda sul fondo neutro o scuro, con un'attenzione ai dettagli del costume che fanno pensare a una sua familiarità con la miniatura, sia per una durezza plastica e disegnativa di derivazione nordica.[2][1]
- Ritratto di Charles d'Amboise, 1500, Seattle Art Museum
- Madonna col Bambino, 1500, Pinacoteca del Castello Sforzesco
- Ritratto di Catellano Trivulzio, 1505, Brooklyn Museum
- Ritratto di Bianca Maria Sforza, Museo del Louvre
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Wikiwand in your browser!
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.