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fucile da battaglia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Beretta BM 59 è un fucile da battaglia adottato ufficialmente dall'Esercito Italiano nel 1959. È stato l'ultimo tipo di tale fucile ad esser adottato dalle forze italiane: la distribuzione ai reparti cominciò nel 1962 ed è stato sostituito dall'AR 70/90, sempre della Beretta, negli anni novanta.
Beretta FAL BM 59 | |
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Tipo | Fucile da battaglia |
Origine | Italia |
Impiego | |
Utilizzatori | Italia Algeria Argentina Eritrea Etiopia Marocco Nigeria San Marino Somalia |
Produzione | |
Progettista | ingegner Domenico Salza |
Varianti | 3 |
Descrizione | |
Peso | 4,400 kg (senza caricatore) |
Lunghezza | 1095 mm |
Lunghezza canna | 491 mm |
Calibro | 7,62 × 51mm |
Tipo munizioni | 1 tracciante e quattro ordinari per venti cartucce |
Azionamento | a sottrazione di gas, automatica e semi automatica |
Cadenza di tiro | 750 colpi/m |
Velocità alla volata | 820 m/s |
Tiro utile | utile 150-350m |
Alimentazione | 20 cartucce |
Organi di mira | alzo dello stesso tipo di quello montato sul Garand con mirino più sistema di mira per il lancio delle granate Energa. |
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Nel 1951 l'Esercito italiano adottò come arma d'ordinanza il fucile USA modello Garand M1 in calibro .30-06 (7,62 × 63 mm) e, a seguito di una prima fornitura, Beretta ottenne la licenza per la produzione in Italia. La NATO aveva intanto stabilito come requisiti per i fucili dei paesi aderenti al trattato una maggiore leggerezza rispetto al Garand, la capacità di tiro a raffica e l'adozione di uno stesso tipo di munizione, ovvero il 7,62 × 51 mm NATO, richiedendo quindi la modifica di armi esistenti o la progettazione di nuove.
Due erano gli obiettivi da raggiungere con la fornitura della nuova arma all'Esercito italiano: contenere i costi, data la difficoltà nello stanziamento dei fondi da parte del ministero della difesa, ed unificare i compiti operativi delle armi individuali fino ad allora in dotazione con un'unica arma. L'ingegner Domenico Salza, della Beretta, propose la modifica progressiva del Garand già in dotazione, con una spesa notevolmente inferiore a quella richiesta per la progettazione e costruzione di una arma totalmente nuova: infatti la modifica degli esistenti M1 (o la produzione ex novo del Garand modificato) avrebbe utilizzato quasi esclusivamente i macchinari di produzione del fucile preesistente.
La polivalenza di questa nuova arma permetteva di iniziare la dismissione di alcuni modelli di armi in dotazione all'esercito come l'Enfield (alcuni reggimenti ne erano ancora equipaggiati nei primi anni sessanta), di parte dei fucili Garand per quanto possibile, delle carabine Winchester M1 e dei mitra MAB il che avrebbe facilitato enormemente la logistica.
Il BM59 è un fucile da battaglia che può sparare in regime automatico o semiautomatico (fuoco selettivo).
A differenza del fucile da cui deriva, è dotato di:
Fu prodotto in cinque varianti principali:
Il BM59, nelle sue varianti, è stato adottato dall'Esercito Italiano e dalla Marina Militare italiana (per il battaglione San Marco e il Servizio difesa installazioni), dall'Arma dei Carabinieri, dal Corpo della Guardia di Finanza nonché da altri paesi tra cui Eritrea, Argentina, Marocco, Indonesia e Nigeria; questi ultimi due paesi ottennero anche la licenza di produzione in loco, che misero in atto sia fabbricando l'arma interamente che assemblandola con alcune parti d'importazione italiana.
In Italia è rimasto in servizio fino a metà degli anni novanta, sostituito progressivamente dal più moderno fucile d'assalto Beretta AR 70/90. Questo fucile andò a far parte dell'equipaggiamento adottato dall'Esercito Italiano in Somalia nel 1993, durante l'operazione UNITAF delle Nazioni Unite.
Nel 2024 restavano preservati nei depositi dell'Esercito Italiano circa 30000 BM59 dei circa 100.000 acquistati a suo tempo.
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