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Berengario II d'Ivrea

sovrano franco, conte di Milano e re d'Italia (r. 950-961) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Berengario II d'Ivrea
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Berengario II (900 circa – Bamberga, 6 luglio 966) è stato un sovrano franco, conte di Milano e probabilmente marchese di Lombardia dal 928 al 941, dopo 10 anni di missatico sempre a Milano, marchese d'Ivrea forse dal 936 al 941, come successore del fratellastro Anscario II passato al ducato di Spoleto, e sicuramente dal 945 al 957, assumendo nel 950 anche il titolo di re d'Italia dal 950 al 961.

Fatti in breve Re d'Italia (formalmente Re degli Italici), In carica ...
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Figlio di Adalberto I di Ivrea e di Gisla, figlia di Berengario I re d'Italia e imperatore, nell'anno 950 Berengario II, alla morte di Lotario II, ottenne per sé e per il figlio Adalberto a Pavia, nella basilica di San Michele, la corona d'Italia.

La loro posizione politica fu resa debole dal sospetto che i due avessero avvelenato il loro predecessore, quindi Berengario cercò di rafforzare la legittimità dell'investitura costringendo la vedova di Lotario a sposare Adalberto. In Germania vennero accusati di usurpazione e questo provocò l'intervento dell'allora re di Germania Ottone. Questi li costrinse alla fuga e assunse il titolo di Re dei Franchi e degli Italici (951) preludio ad una sua richiesta di investitura formale del titolo regale italiano. I due marchesi trovarono successivamente un accordo con Ottone che, nel 952, confermò loro la successione.

Il loro atteggiamento e la loro azione politica provocarono malcontento fra i maggiorenti del regno, i quali richiesero più volte un intervento del sovrano tedesco: evento che si realizzò solamente nel 956-957, per mano del figlio di Ottone e duca di Svevia Liudolfo, e che terminò con un accordo che confermava agli anscarici il titolo regale e il potere in Italia.

Nel 959 Berengario ed il figlio Adalberto avviarono una serie di purghe contro i filo-ottoniani[1]. Una vittima fu Tebaldo II, duca di Spoleto e marchese di Camerino, della dinastia degli Hucpoldingi, contro il quale Berengario II organizzò una spedizione volta a sottrargli i suoi possedimenti[1]. Alla spedizione partecipò anche il futuro doge Pietro IV Candiano[1].

Successivamente, Berengario attuò una politica aggressiva nei confronti del papato che spinse Giovanni XII a richiedere ad Ottone di scendere in Italia. Nel 961 il re di Germania giunse in Italia per la seconda volta.
Le truppe di Berengario si rifiutarono di combattere, costringendo padre e figlio ad asserragliarsi presso la fortezza di San Leo. Ottone li depose formalmente dal titolo regale e si fece incoronare Imperatore da Giovanni XII.

Caduta San Leo nel 963, Berengario fu arrestato ed esiliato a Bamberga assieme alla moglie Willa, sorvegliato dal margravio di Nordgau Bertoldo di Schweinfurt. Ebbero per figlia la futura regina di Francia Rozala.

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Famiglia e figli

Berengario II sposò Willa III d'Arles, figlia del conte d'Avignone e d'Arles e margravio di Toscana della stirpe dei Bosonidi Bosone VI di Provenza, e di Willa II di Borgogna, figlia del re di Borgogna della stirpe dei Vecchi Welfen Rodolfo I e di Willa di Provenza. Essi ebbero:

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Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Amedeo di Langres ?  
 
 
Anscario I  
 
 
 
Adalberto I d'Ivrea  
 
 
 
 
 
 
 
Berengario II d'Ivrea  
Eberardo del Friuli Unruoch II del Friuli  
 
Engeltrude di Tolosa  
Berengario del Friuli  
Gisella Ludovico il Pio  
 
Giuditta di Baviera  
Gisla del Friuli  
Suppone II Adelchi I di Spoleto  
 
 
Bertila di Spoleto  
Berta Vifredo I  
 
 
 

Note

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Bibliografia

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Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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