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La battaglia di Ponts-de-Cé (detta anche Divertimento di Ponts-de-Cé per il facile esito che ebbe la battaglia per l'esercito reale) fu uno scontro combattuto il 7 agosto 1620 tra i partigiani di Maria de' Medici e l'esercito francese di Luigi XIII. La regina madre aveva tentato di togliere la reggenza al figlio cospirando contro di lui in diverse occasioni sino a giungere allo scontro armato.
Battaglia di Ponts-de-Cé | |||
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Data | 7 agosto 1620 | ||
Luogo | Les Ponts-de-Cé | ||
Esito | Vittoria dell'esercito reale francese | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Maria de' Medici poteva all'epoca contare su alcuni personaggi chiave del regno come Cesare di Borbone-Vendôme (figlio primogenito di Enrico IV di Francia e della sua favorita Gabrielle d'Estrées, quindi fratellastro di Luigi XIII), nonché sul Gran Priore di Vendôme, Alessandro, fratello del precedente, che insieme guidavano le truppe dei "grandi" (duca di Epernon, duca di Retz, duca di Nemours, duca di Montmorency, conte di Soissons, duca di Longueville, maresciallo Boisdauphin, duca di Trémoille).
Con queste forze Maria poteva facilmente controllare Rouen e Le Havre (duca di Longueville), Dreux, La Ferté-Bernard, la contea del Perche e parte del Maine (conte di Soissons), Château-Gontier e Sablé (maresciallo Boisdauphin), parte della Loira (Vendôme), della Bretagna (duca di Trémoille) e del Poitou (duca di Retz), nonché la Saintonge (duca di Epernon). Il passaggio strategico sulla Loira tra l'Angiò ed il Poitou era per l'appunto a Les Ponts-de-Cé.
In Normandia, il duca di Longueville entrò in dissidio col governo francese il 2 luglio 1620 e anche la Linguadoca pareva sul punto di ribellarsi. L'esercito del re partì in direzione di Rouen il 7 luglio. Tale esercito era composto di 8000 fanti e 600 cavalieri ed era comandato dallo stesso re Luigi XIII di Francia, oltre al principe di Condé (da poco liberato) assistito dal maresciallo di Praslin e dai feldmarescialli Tresnel, Créquy Nérestang e Bassompierre. Il 10 luglio l'esercito reale francese conquistò Rouen mentre il duca di Longueville, colto di sorpresa da quella rapida reazione del re, dovette rifugiarsi a Caen insieme al Priore di Vendôme. La città e il suo castello fecero atto di sottomissione all'arrivo del re il 17 luglio.
Luigi XIII, prima dello scontro, pensò di inviare al castello di Angers il duca di Bellegarde, il presidente Jeannin e Jean Davy du Perron, arcivescovo di Sens, per trattare la resa della madre, che ad ogni modo non cedette. Il 6 agosto il re lasciò La Flèche e il 7 agosto le truppe regie erano già riunite nella piana di Trélazé, nei pressi delle cave di ardesia di Angers.
A capo delle armate di Maria de Medici stava Louis de Marillac che capì subito di trovarsi in netta inferiorità numerica rispetto ai nemici. La defezione del duca di Retz coi suoi 1500 uomini al seguito, ridusse però di un terzo le truppe dei "grandi" e incoraggiò il duca di Vendôme ad abbandonare il campo di battaglia e a cercare rifugio ad Angers, dove si trovava Maria de Medici, lasciando il proprio esercito allo sbando. Per il maresciallo Créqui fu un gioco da ragazzi dunque sbaragliare le truppe rimaste ora senza guida. La sconfitta per Maria de Medici fu totale.
Il 10 agosto, venne firmata la pace di Angers tra Luigi XIII e Maria de Medici. Per paura che sua madre potesse nuovamente tramare ai suoi danni, il re accettò il ritorno di questa a corte e si riconciliò con lei tramite Richelieu, allora vescovo di Luçon.
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