Bat kol (in ebraico בַּת קוֹל? baṯ qōl, lett. "figlia di voce") è una espressione ebraica che letteralmente significa figlia di una voce e che viene, generalmente, resa in italiano con Voce dal cielo.[1]

Secondo la religione ebraica la Bat kol è una voce celeste che ha continuato a comunicare i messaggi di Dio all'uomo anche dopo la conclusione del periodo profetico.[2] Nei vangeli si parla alcune volte di Bat kol: ad esempio, in riferimento al Battesimo di Gesù, si ode una voce dal cielo che conferma la figliolanza di Gesù (cfr. Mt 3,17[3]).

Il sommo sacerdote poteva ascoltare una bat kol mentre officiava nel Santo dei Santi e, dopo la distruzione del Tempio, i visitatori delle sue rovine potevano ascoltare una voce celeste che manifestava il lutto di Dio. Nei tempi in cui non c'è il sommo sacerdote, né un sinedrio e manca qualunque forma di rispetto verso la Torah, una bat kol risuona per rimproverare il genere umano.[4]

Le discussioni fra i seguaci di Hillel e quelli di Shammai, furono alla fine risolte a favore dei seguaci di Hillel proprio grazie a una bat kol.[5] La bat kol è stata interpretata come la voce di Dio che parla con sé stesso e che viene ascoltata per caso da qualcuno.[6]

La frase bat kol appare in molte storie talmudiche per rappresentare una voce celeste o divina che parla agli esseri umani. Proclama la volontà o il giudizio di Dio, le Sue azioni e i Suoi comandamenti a individui o a un numero di persone, a governanti, comunità e persino a intere nazioni. La bat kol rivelava la volontà divina in parole perfettamente comprensibili, solitamente sotto forma di un passo della Bibbia.[7]

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