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film del 1999, diretto da Nina Di Majo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Autunno è un film del 1999, diretto da Nina Di Majo.
Autunno | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1999 |
Durata | 90 min |
Genere | commedia |
Regia | Nina Di Majo |
Sceneggiatura | Nina Di Majo |
Produttore | Giorgio Magliulo |
Distribuzione in italiano | BiM Distribuzione |
Fotografia | Cesare Accetta |
Montaggio | Giogiò Franchini |
Musiche | Giulio di Majo, Davide Mastropaolo, Leandro Sorrentino, Stefano Ulisse |
Interpreti e personaggi | |
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Napoli è quasi come Manhattan. Il dramma della borghesia italiana, che è dilaniata tra quello che vorrebbe essere e quello che è, sembra lampante in questo ironico film della giovanissima di Majo. Tra citazioni di Woody Allen e Alfred Hitchcock, la regista reinventa Bergman in napoletano, giocando con Mao Zedong, in una sorta di mokumentary autobiografico, affondando le unghie nella sofferenza degli adolescenti e dei genitori depressi. Con citazioni del cinema di Nanni Moretti, ripensando ai suoi primi film, La regista gioca sulle nevrosi della classe intellettuale e della piccola borghesia oscurantista. Tre storie incrociate su tre generazioni diverse sono la struttura limpida che in un cilmax finale racconta la fantasia matricida e la vittoria della verità. Matteo ha 16 anni, ha una madre nevrotica e un padre indifferente ed è un ragazzino quasi caratteriale. Costanza, venticinquenne, sogna di diventare scrittrice. Betta, 40 anni, arriva a Napoli dopo essere stata tradita dal suo uomo. I tre personaggi vogliono dare un senso alla loro vita. Le loro solitudini si incrociano e si sfiorano, i loro demoni dostoevskiani e le loro beffe subite sono ironici e deprimenti, creano un brillante insieme da commedia europea raffinata. Si ride, si sorride e si piange. La psicanalisi fa da condimento e da sfondo e accompagna lo spettatore nel viaggio di Costanza, aspirante scrittrice. Matteo, che arriva persino a immaginare il matricidio,nella sua solitudine d'adolescente, è il racconto di una psicosi, colpisce lo spettatore l'ottimo Pietro alla sua prima prova da non attore. Elisabetta Piccolomini e i suoi amori da crisi di nervi, ricorda le attrici di Woody Allen, con i suoi tic da attrice consumata, ci racconta la difficoltà di invecchiare con ironia e vitalità. Moni Ovadia è in un cameo irresistibile, adorabile padre ebreo e democratico. Marco Mario De Notaris, nel suo personaggio stralunato si aggira nella pellicola con la leggerezza di un Pierrot lunaire.
.Presentato alla Biennale Cinema di Venezia nel 1998, il film ha riscosso un ottimo successo di critica.
.Il film è stato selezionato in molti Festival internazionali, tra cui Il Nice Film Festival.
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