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qualità o caratteristica di Dio nel cristianesimo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alcune religioni, come l'Ebraismo e il cristianesimo, sostengono che Dio si sia rivelato nelle sacre scritture attraverso i suoi nomi e attraverso i suoi attributi, cioè nelle perfezioni della sua essenza.
La teologia cristiana distingue fra "attributi incomunicabili", cioè caratteristiche dell'essenza di Dio che gli appartengono in modo esclusivo, e "attributi comunicabili", cioè quelle sue caratteristiche che Dio ha comunicato all'uomo – che la teologia ebraico-cristiana ritiene creato a sua immagine e somiglianza.
Gli attributi incomunicabili di Dio sono quelle caratteristiche della sua essenza che possiede in modo esclusivo: segnano l'assoluta distinzione fra Dio e le proprie creature.
L'indipendenza di Dio è quella caratteristica per la quale egli non dipende, per il suo esistere, da alcunché si trovi fuori da sé stesso, esterno a lui. Dio non deve la sua esistenza a niente ed a nessuno. Egli è indipendente nelle sue virtù ed azioni e fa sì che ogni sua creatura dipenda da lui.
Perché come il Padre ha vita in sé stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in sé stesso Giovanni 5:26; Cfr. anche: Salmo 33:11; Salmo 115:3; Isaia 40:18 ss; Daniele 4:35; Romani 11:33-36; Atti 17:25; Apocalisse 4:11.
L'immutabilità di Dio è quella caratteristica per la quale egli, nel suo essere divino e nelle sue perfezioni, come pure nei suoi propositi e promesse, non è soggetto a cambiamento o mutazione alcuna. Questo non vuol dire, però, che non vi sia alcuna forma di movimento in Dio, difatti la Bibbia parla del suo andare e venire, del suo nascondersi e rivelarsi.
Quando la Bibbia afferma che, in certe occasioni, Dio si sia "pentito" di qualcosa, si tratta solo di un antropomorfismo, di un modo umano di esprimersi.[senza fonte]
Poiché io, il Signore, non cambio; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati (Malachia 3:6); Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento (Giacomo 1:17); cfr. Numeri 23:19; Salmo 33:11; 102:27; Ebrei 6:17.
L'infinità di Dio è quella caratteristica per la quale egli non è soggetto a limitazione alcuna. Per "infinità" si possono intendere diverse cose.
In rapporto al suo essere, può essere chiamata assoluta perfezione.
La sua conoscenza, sapienza, bontà, amore, giustizia e santità non hanno limiti (Giobbe 11:7-10; Salmo 145:3).
In rapporto al tempo, la sua infinità si manifesta come eternità, ovvero la sua durata senza fine. Egli si trova al di sopra del tempo e quindi non è soggetto alle sue limitazioni. Per Dio vi è solo un presente eterno, nessun passato e nessun futuro.
Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l'universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio. (...) Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine (Salmo 90:2; 102:27).
In rapporto allo spazio, l'infinità si manifesta come immensità. La teologia ebraico-cristiana ritiene che Dio sia presente in ogni luogo, dimori in tutte le sue creature e riempia ogni punto dello spazio, per cui Dio non è limitato dallo spazio ma è onnipresente.
Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell'alba e vado ad abitare all'estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra (Salmo 139:7-10); Sono io soltanto un Dio da vicino», dice il Signore, «e non un Dio da lontano? Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto in modo che io non lo veda?» dice il Signore. «Io non riempio forse il cielo e la terra?» dice il Signore (Geremia 23:23,24); cfr. 1 Re 8:27; Isaia 66:1; Geremia 23:23,24; Atti 17:27,28.
La semplicità di Dio è quella sua caratteristica per la quale non è composto di varie parti, come nell'essere umano anima e corpo. Per questa stessa ragione Dio non è soggetto a divisione. Le tre persone della Trinità non sono le "parti" di cui egli è composto, è presente bensì l'intero essere di Dio in ciascuna delle persone: da questo la teologia cristiana deduce che Dio e i suoi attributi siano uno, e che egli sia vita, luce, amore, giustizia, verità e così via.
Gli attributi comunicabili di Dio sono quelle caratteristiche che trovano una qualche somiglianza nella creatura umana. Quello che, però, è possibile trovare nell'essere umano è limitato ed imperfetto, mentre in Dio queste caratteristiche sono illimitate e perfette.
La conoscenza è la facoltà perfetta di Dio per la quale egli conosce, da sé, sé stesso ed ogni cosa possibile ed attuale (ovvero legata agli atti eseguiti dagli uomini compiuti nella propria vita terrena). Dio ha questa conoscenza, sempre completa e presente, in sé stesso e non l'ottiene dall'esterno. Per il fatto che questa conoscenza copre ogni cosa, la si denomina onniscienza. Egli conosce tutte le cose, passate, presenti e future, non solo quelle che hanno esistenza reale, ma anche quelle che sono semplicemente possibili.
Signore, tu sai ogni cosa (Giovanni 21:17); E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto (Ebrei 4:13); cfr. 1 Re 8:29; Salmo 139:1-16; Isaia 46:10; Ezechiele 11:5; Atti 15:18.
Quando Dio si prefigge di realizzare determinati obiettivi essi sono scelti sempre con sapienza, come altrettanto sapienti sono le scelte che egli compie relativamente ai mezzi atti a conseguire quegli obiettivi. Il fine ultimo per cui Dio compie ogni cosa è sempre la propria gloria.
Quanto son numerose le tue opere, Signore! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze (Salmo 104:24); Sia benedetto eternamente il nome di Dio perché a lui appartengono la saggezza e la forza. Egli alterna i tempi e le stagioni; depone i re e li innalza, dà la saggezza ai saggi e il sapere agli intelligenti (Daniele 2:20,21); cfr. Romani 11:33; 1 Corinzi 2:7; Efesini 1:6,12,14; Colossesi 1:16.
La bontà di Dio è quella perfezione che lo spinge a trattare con gentilezza e generosità tutte le sue creature. Dio è buono, cioè perfettamente santo in sé stesso. Per bontà divina, però, qui si intende nella sua disposizione a fare del bene.
Poiché tu, o Signore, sei buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti t'invocano. (...) Celebrate il Signore, poiché è buono, perché la sua bontà dura in eterno (Salmo 86:5; 118:29). Cfr. Salmo 33:6; 104:21; 145:8,9,16; Matteo 5:45; Atti 14:17.
Questo è l'attributo che si considera di solito centrale in Dio, ma non è più centrale delle altre perfezioni di Dio. Grazie a questo amore, egli si rallegra delle proprie perfezioni e nell'essere umano come riflesso della sua immagine.
L'amore di Dio può essere considerato da diversi punti di vista. La sua grazia è l'amore immeritato di Dio che si rivela nel perdono del peccato: Efesini 1:6,7; Tito 2:11.
Quell'amore che solleva dalla condizione miserevole che è la conseguenza del peccato è chiamato "misericordia" o "tenera compassione": Luca 1:54,72,78; Romani 15:9; 9:16,18; Efesini 2:4.
Quando poi Dio sopporta il peccatore che non presta ascolto alle istruzioni ed agli ammonimenti di Dio, è chiamato "longanimità" o "tolleranza"' Romani 2:4; 9:22; 1 Pietro 3:20; 2 Pietro 3:15.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16); Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore (1 Giovanni 4:8).
La santità di Dio è quella perfezione divina per la quale egli si differenzia assolutamente da tutte le sue creature ed è esaltato su di loro in maestà infinita (Esodo 15:11; Isaia 57:15). Essa indica pure che Dio è esente da ogni impurità morale o peccato e quindi è moralmente perfetto. In presenza di Dio, l'essere umano è particolarmente consapevole del suo peccato (Giobbe 34:10; Isaia 6:5; Abacuc 1:13).
Chi è pari a te fra gli dèi, o Signore? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo anche a chi ti loda, operatore di prodigi? (Esodo 15:11); L'uno gridava all'altro e diceva: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria! (Isaia 6:3).
La giustizia di Dio è quella perfezione mediante la quale egli preserva sé stesso come il Dio tre volte santo nei confronti di ogni violazione della sua santità. È in virtù della sua giustizia che Dio conserva un governo morale nel mondo ed impone una giusta legge sull'essere umano, premiando l'ubbidienza e castigando la disubbidienza. Salmo 99:4; Isaia 33:22; Romani 1:32.
La giustizia di Dio che si manifesta nel ricompensare si chiama la sua giustizia rimunerativa; e quella che si rivela nel comminare castighi si chiama la sua Giustizia retributiva. La prima è espressione del suo amore, la seconda della sua ira.
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, bontà e verità emanano dal tuo volto. (...) Il Signore è giusto in tutte le sue vie e benevolo in tutte le sue opere (Salmo 89:14; 145:17); E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l'opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno 1 Pietro 1:17).
La veracità di Dio - si sostiene nelle Sacre Scritture - è quella sua perfezione in virtù della quale egli è veridico nel suo essere interiore, nella sua rivelazione e nei suoi rapporti con il suo popolo. Egli è il vero Dio in contrapposizione agli idoli, conosce le cose come veramente sono, ed è fedele nell'adempimento di tutte le sue promesse (Numeri 23:19; 1 Corinzi 1:9; 2 Timoteo 2:13; Ebrei 10:23).
Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola? (Numeri 23:19); se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso (2 Timoteo 2:13).
La sovranità di Dio può essere considerata da due punti di vista: la sua volontà sovrana e il suo sovrano potere. La volontà di Dio è rappresentata nella Bibbia come la causa ultima di ogni cosa (Efesini 1:11; Apocalisse 4:11).
Sulla base di Deuteronomio 29:29 si usa fare una distinzione fra la volontà occulta di Dio e la volontà rivelata di Dio: "Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge". La volontà occulta di Dio è la prescrizione del divino decreto, nascosto in Dio e che può essere conosciuto solo dai suoi effetti. La seconda è quella sua volontà prescrittiva che è rivelata nella Legge e nell'Evangelo.
La volontà di Dio al riguardo delle sue creature è assolutamente libera (Giobbe 10:11; 33:13; Salmo 115:3; Proverbi 21:1; Matteo 20:15; Romani 9;15-18; Apocalisse 4:11).
Anche le opere peccaminose dell'essere umano sono sotto il controllo della sua volontà sovrana (Genesi 50:20; Atti 2:23).
Il potere di eseguire la sua volontà è chiamata la sua "onnipotenza". Che Dio sia onnipotente non significa che possa fare tutto. Secondo la Bibbia ci sono certe cose che Dio non può fare. Egli non può mentire, peccare, rinnegare sé stesso (Numeri 23:19; 1 Samuele 15:29; Seconda lettera a Timoteo 2:13; Ebrei 6:18; Giacomo 1:13-17). Significa che Dio può, col semplice esercizio della sua volontà, realizzare ciò che ha deciso, e che, se lo desidera, può fare persino più di quello (Genesi 18:14; Geremia 32:27; Zaccaria 8:6; Matteo 3:9; 26:53).
In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà (Efesini 1:11); Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono (Apocalisse 4:11).
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