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condizioni di individui che non hanno una cittadinanza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'apolidia (composto di alfa privativa (non) e polis, "città" in greco) è la condizione dei soggetti privi di qualunque cittadinanza: tali soggetti sono detti "apolidi".
L'ordinamento italiano prevede all'articolo 22 della Costituzione che il cittadino italiano di nascita non possa essere privato della cittadinanza italiana per nessuna ragione politica, ma solo per gravi motivi previsti dal codice penale, ad esempio accettare una cittadinanza, un incarico politico o un ruolo militare in un Paese in formale stato di guerra con la Repubblica Italiana, e solo se il soggetto rifiuta di rinunciarvi quando gli venisse intimato dal governo; il cittadino italiano non per nascita la può perdere per cause burocratiche.
In alcuni Paesi la cittadinanza può invece essere tolta o negata a coloro che non vengono desiderati dal proprio Governo (ad es. i profughi, cioè soggetti che vengono cacciati dal loro Paese per motivi politici e no, i terroristi condannati, i naturalizzati che compiano dei reati gravi, ecc.).
L'ordinamento italiano pone sullo stesso piano gli apolidi e gli stranieri non comunitari, applicando a entrambi la norma per l'acquisizione della cittadinanza.
Si diventa apolidi:
Le ragioni possono essere:
Si diventa apolidi in senso formale solo tramite rinuncia espressa alla propria cittadinanza naturale.
Un cittadino italiano può perdere la cittadinanza e divenire apolide, se non ne possiede altre, in alcuni casi (legge n. 91/1992)[1]:
Nel passato, era ammissibile una forma di apolidia di tipo sanzionatorio, derivante dal venir meno della cittadinanza come pena accessoria collegata alla commissione di un illecito penale: l'Aquae et ignis interdictio rientrava in questa ipotesi. Il governo di Vichy emise nel 1940 delle leggi retroattive che consentirono la revisione della naturalizzazione francese[2] se ottenuta tra il 1927 e il 1940, rendendo apolidi i soggetti interessati da questa legge.
In Italia le leggi razziali del 1938 introdussero delle norme di revoca della cittadinanza ai cittadini ebrei e quindi il loro passaggio allo stato di apolidi.
Si pone spesso il problema internazional-privatistico di quale sia la legge regolatrice dello statuto personale dell'apolide. In assenza di cittadinanza, si adotta il criterio della residenza e, in secondo ordine, del domicilio.
La gravità del problema delle persone che si ritrovarono apolidi dopo gli sconvolgimenti delle frontiere a seguito della prima guerra mondiale determinò un intervento della Società delle Nazioni con la concessione del passaporto Nansen.
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