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astrologo francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
André Barbault (Champignelles, 1º ottobre 1921 – Colmar, 7 ottobre 2019[1]) è stato un astrologo francese.
Appassionato di astrologia già a 14 anni grazie ai lavori di Paul Choisnard[2] si trasferì a Parigi sul finire della seconda guerra mondiale. Qui ebbe l'occasione di conoscere molti astrologi francesi e diventò vicepresidente del Centre Internationale d'Astrologie di Parigi[2] e redattore capo della rivista L'astrologue.
Suggeriva di concentrarsi sul reale astrologico[non chiaro], consigliando di non emettere previsioni secche ma di avere un approccio filosofico con l'interlocutore perché, come premetteva in ogni suo oroscopo, "Tutto è relativo e nulla è certo".[3]
Nel suo libro ''Dalla psicoanalisi all'astrologia'' (1961) formulò l'idea di una connessione tra astrologia e psicologia, nella necessità di rivedere il linguaggio astrologico in chiave più simbolica e aperta a una interpretazione più legata alla psicologia del profondo[4].
Rinnovò il concetto di astrologia introducendo un indice di concentrazione planetaria che, secondo le sue ricerche, misurerebbe l'allineamento dei pianeti tra loro nei confronti del Sole, offrendo informazioni evolutive sul collettivo, aprendo al concetto di ciclo planetario. Le cicliche planetarie in astrologia mondiale descriverebbero, nel linguaggio della sincronicità, i mutamenti e movimenti del collettivo segnando in una specie di orologio cosmico i momenti più importanti per i terrestri[5].
Fu l'ispiratore del programma di analisi astrologica per computer Astroflash[6]. Dopo la sua morte, la federazione degli astrologi francofoni (FDAF) lo ha definito uomo chiave nello sviluppo dell'astrologia del ventesimo secolo.[7]
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