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Creatura della mitologia egizia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ammit (chiamata anche Ammut, Ammet, Ahemait o Divoratrice) è una creatura mostruosa della mitologia egizia, nota anche come "Divoratrice dei morti", "Mangiatrice dei cuori" e "Grande della morte".[1]
Talvolta il nome è anche scritto come:
ammyt oppure
|
ammwt
Ammit non era venerata, non essendo una divinità; al contrario, impersonava tutto ciò che gli Egizi temevano, minacciando di condannarli ad un'eterna irrequietezza se non avessero seguito i principi del Ma'at.
Le parti animali che ne compongono il corpo appartengono a specie molto temute in antichità (ippopotamo, leone e coccodrillo), malgrado considerate sacre.
Il capo di Ammit assomiglia alla testa di un coccodrillo[3], contornato da una criniera leonina; anche le zampe anteriori e il tronco del corpo sono di leone[4], mentre la parte posteriore ricorda quella dell'ippopotamo. Questi tre animali erano considerati i più pericolosi dagli abitanti della Valle del Nilo.[5]
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la criniera di leone sulla testa possa essere invece una «chioma» fatta di piume di uccello.
La Divoratrice assiste al rito della psicostasia insieme agli déi del Tribunale di Osiride. Se il cuore del defunto pesa più della Piuma di Maat viene dato in pasto ad Ammit e la sua anima condannata all'oblio. Non può, cioè, proseguire il suo viaggio nell'Aldilà e riabbracciare i suoi cari.
Ammit è citata nel "Libro dei morti" ovvero delle "Formule dell'uscire al giorno", al capitolo 125.
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