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poeta russo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Aleksej Vasil'evič Kol'cov (Voronež, 1809 – Mosca, 1842) è stato un poeta russo.
Nacque in una famiglia benestante, però non ebbe una istruzione regolare.[1]
Trasferitosi a Mosca, nel 1831, pubblicò nello stesso anno una raccolta di poesie, che ebbero un buon successo, grazie alla novità dell'argomento: la vita rurale e dei contadini, descritte realisticamente e senza idealizzazioni.[1]
Inizialmente seguì Puškin, ma presto realizzò una fusione tra linguaggio letterario e contadino, riuscendo a dare importanza alla poetica contadina.
Il lirismo di Kol'cov si differenziò successivamente: alcune poesie si dimostrarono di stile letterario, altre invece furono ispirate dalla creatività del canto libero, originale, altre, infine, furono intrise di elementi filosofici.[1]
Tra le sue opere si cita La foresta (1838), dedicata al suo suddetto mentore, Il canto dell'aratore, Il falciatore, Il canto dell'amore.
Oltre ai canti amorosi e di libertà, si mise in evidenza con i «canti briganteschi», derivati dalla poesia epica popolare.
Pochi altri scrittori, hanno impreziosito così tanto la lingua russa di parole ed espressioni popolari vitali.[1]
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