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218° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1522 al 1523 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Adriano VI, nato Adriaan Florenszoon (originariamente Floriszoon) Boeyens d'Edel, noto anche come Adriano di Utrecht (Utrecht, 2 marzo 1459 – Roma, 14 settembre 1523), è stato il 218º papa della Chiesa cattolica dal 1522 alla morte.
Papa Adriano VI | |
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Copia di Jan van Scorel, Ritratto di Papa Adriano VI (1625 circa); olio su tela, 93×73,6 cm, Centraal Museum, Utrecht | |
218º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 9 gennaio 1522 |
Incoronazione | 31 agosto 1522 |
Fine pontificato | 14 settembre 1523 (1 anno e 248 giorni) |
Motto | Patere et sustine[1] |
Cardinali creati | vedi Concistori di papa Adriano VI |
Predecessore | papa Leone X |
Successore | papa Clemente VII |
Nome | Adriaan Floriszoon Boeyens d'Edel |
Nascita | Utrecht, 2 marzo 1459 |
Ordinazione sacerdotale | 30 giugno 1490 |
Nomina a vescovo | 18 agosto 1516 da papa Leone X |
Consacrazione a vescovo | agosto 1516 dal vescovo Diego Ribera de Toledo |
Creazione a cardinale | 1º luglio 1517 da papa Leone X |
Morte | Roma, 14 settembre 1523 (64 anni) |
Sepoltura | Chiesa di Santa Maria dell'Anima |
Nacque a Utrecht[2], figlio di Florens, un ebanista, e di sua moglie Geertruid; studiò presso i Fratelli della vita comune, a Zwolle o a Deventer.
Il doppio cognome di Adriaan, Boeyens d'Edel o Boeyens Dedel, deriva dal nome proprio del nonno paterno, Boeyens d'Edel, che divenne cognome patronimico del padre, Florens Boeyenszoon, e dal cognome del bisnonno, Jan Edel, che divenne d'Edel quando passò al figlio Boeyens d'Edel e successivamente Dedel quando passò al nipote Florens Boeyenszoon Dedel, diventando il doppio cognome Boeyens Dedel di Adriaan e degli altri discendenti.
A Lovanio studiò filosofia, teologia e diritto canonico, diventando dottore in teologia nel 1491, diacono della Collegiata di San Pietro e vicecancelliere dell'università. Fu vicinissimo alla Devotio moderna.
Nel 1507 venne nominato precettore del futuro imperatore Carlo V, che all'epoca aveva solo sette anni. Venne inviato in Spagna nel 1515 in missione diplomatica; Carlo gli assicurò la successione alla sede di Tortosa, e il 14 novembre 1516 lo nominò Inquisitore generale d'Aragona. Nel 1517 papa Leone X lo creò cardinale presbitero del titolo di Santi Giovanni e Paolo.
Mentre Carlo era ancora minorenne, Adriano venne associato con il cardinale Francisco Jiménez de Cisneros al governo della Spagna. Dopo la morte di quest'ultimo, Adriano venne nominato, il 14 marzo 1518, Generale delle Inquisizioni riunite di Castiglia e Aragona, ruolo nel quale agì fino alla partenza da Tarragona alla volta di Roma, il 4 agosto 1522: egli, comunque, nutriva troppa fiducia nel prossimo per contrastare gli abusi che Francisco Jiménez de Cisneros era invece stato in grado di reprimere.
Quando Carlo partì per i Paesi Bassi, nel 1520, nominò Adriano reggente di Spagna: come tale dovette affrontare la cosiddetta rivolta dei comuneros.
Al conclave tenutosi tra il 27 dicembre 1521 ed il 9 gennaio 1522 parteciparono 39 cardinali, di cui 36 italiani.
Il cardinale Florenszoon non era presente. Fu l'ultima volta che venne scelto un cardinale non presente al conclave.
Il 9 gennaio 1522 fu eletto papa praticamente all'unanimità. Incoronato a San Pietro il 31 agosto, all'età di sessantatré anni, si avviò sul cammino solitario del riformatore; il suo programma era quello di attaccare uno alla volta tutti i più noti abusi, ma nel suo tentativo di migliorare il sistema di concessione delle indulgenze venne ostacolato dai suoi cardinali; e ridurre il numero delle dispense matrimoniali era impossibile, perché le entrate erano state incamerate con anni di anticipo da Leone X.
Gli italiani videro in lui un pedante professore straniero, cieco di fronte alla bellezza dell'antichità classica. Adriano VI ridusse di molto gli stipendi dei grandi artisti: musicisti come Carpentras, il compositore e cantore da Avignone che era maestro di cappella sotto Leone X, lasciarono Roma in quel periodo, a causa dell'indifferenza, se non all'aperta ostilità, di Adriano nei confronti dell'arte; i livelli qualitativi musicali del Vaticano declinarono significativamente durante il suo pontificato; perfino la volta della Cappella Sistina, dipinta da Michelangelo Buonarroti, rischiò di andare distrutta per la sua ostilità nei confronti dell'arte. Anche come uomo di pace tra i prìncipi cristiani, che sperava di unire in una guerra difensiva contro l'Impero ottomano, fu un fallimento: nell'agosto 1523 fu apertamente costretto ad allearsi con Sacro Romano Impero, Inghilterra, Repubblica di Venezia contro la Francia; nel frattempo, nel dicembre del 1522, il sultano Solimano il Magnifico aveva conquistato Rodi.
Nella gestione delle prime fasi della rivolta protestante in Germania, Adriano non riconobbe completamente la gravità della situazione. Durante una dieta che si tenne nel dicembre 1522 a Norimberga, venne rappresentato dal vescovo Francesco Chieregati, le cui istruzioni contenevano la franca ammissione che il disordine della Chiesa scaturiva dalla Curia stessa e che proprio da lì la riforma doveva iniziarsi. Comunque, il già professore e inquisitore generale era fermamente ostile a cambiamenti nella dottrina e richiese che Martin Lutero venisse punito per eresia.
Adriano morì il 14 settembre 1523, alla fine di un pontificato troppo breve per essere efficace. Fu l'ultimo papa non italiano fino all'elezione di papa Giovanni Paolo II nel 1978 e fu l'ultimo papa proveniente dal Sacro Romano Impero, nonché unico papa di origine olandese.
Adriano pubblicò Quaestiones in quartum sententiarum praesertim circa sacramenta (Parigi, 1512, 1516, 1518, 1537; Roma, 1522), e Quaestiones quodlibeticae XII. (I ed., Lovanio, 1515).
Nelle Quaestiones in quartum Sententiarum, un'opera non dottrinale, Adriano VI scrisse che il papa è fallibile, anche in materia di fede; tale opera, che fu ristampata con la sua autorizzazione dopo l'elezione al soglio pontificio, contiene anche l'affermazione che diversi papi abbracciarono e insegnarono dottrine eretiche[3]. Quest'opera ha fatto discutere: i cattolici sostengono che si tratta solo di un'opinione personale, non di un'affermazione ex cathedra, e quindi non è in conflitto con il dogma dell'infallibilità papale; altri sostengono che il concetto di ex cathedra si sia affermato solo nel XIX secolo.
Papa Adriano VI durante il suo pontificato ha creato un solo cardinale, in un concistoro svoltosi il 10 settembre 1523.
La genealogia episcopale è:
La genealogia episcopale è:
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