Noto attore di area tedesca, cambiò il nome con cui era conosciuto in Germania, Adolf Wohlbrück, in quello anglicizzato di Anton Walbrook, quando, durante il nazismo, fuggì in Gran Bretagna dove divenne uno degli attori più popolari del cinema inglese e uno degli attori preferiti di Michael Powell.
Origini
Nacque a Vienna, discendente da una famiglia di attori da dieci generazioni. Il padre, nato ad Amburgo, aveva rotto con la tradizione e lavorava nel circo come clown. Sua madre era Gisela Rosa Cohn, un'ebrea austriaca. Il giovane Adolf studiò in una scuola cattolica nelle vicinanze di Vienna.
Carriera
Finiti gli studi liceali, Walbrook si iscrisse alla scuola teatrale del famoso regista Max Reinhardt il quale, resosi conto del suo talento, gli fece un contratto di cinque anni per recitare al Deutsches Theater[1].
Durante la prima guerra mondiale, servì l'esercito in un reggimento di granatieri. Catturato dai francesi, durante la prigionia organizzò un gruppo teatrale cui diede il nome Auricher Gefangenschaftstheater[1].
Nel 1936 soggiornò a Hollywood per rigirare alcune scene di Michele Strogoff (1937), un film di produzione internazionale, e cambiò il proprio nome di battesimo da Adolf in Anton.
Con l'ascesa al potere in Germania del nazismo, Walbrook, che era omosessuale e per metà ebreo, riparò in Inghilterra e continuò a lavorare come attore cinematografico.
Tra le sue migliori interpretazioni si ricordano il focoso ed emotivo ufficiale tedesco Theo Kretschmar-Schuldorff in Duello a Berlino (1943), il tirannico impresario di Scarpette rosse (1948) e il presentatore di Il piacere e l'amore (1950). Uno dei suoi film più curiosi è La donna di picche (1949), uno stravagante thriller dalle atmosfere gotiche ispirato ad un racconto di Aleksandr Sergeevič Puškin, in cui Walbrook recitò al fianco di Edith Evans. Secondo Moira Shearer, la coprotagonista di Scarpette rosse, Walbrook sul set aveva abitudini da solitario e spesso indossava occhiali scuri e pranzava da solo[2].
Ultimi anni e morte
L'attore si ritirò dal mondo del cinema verso la fine degli anni cinquanta, continuando però ad apparire saltuariamente a teatro e in televisione. Morì nel 1967 per un attacco di cuore a Garatshausen presso Feldafing (Germania). Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero della chiesa di St. John a Hempstead, nel rispetto delle sue volontà testamentarie.
Marionette (Marionetten), regia di Richard Löwenbein (1915)
Martin Luther, regia di Karl Wüstenhagen (1923)
Mater dolorosa, regia di Josef Delmont (1924)
Das Geheimnis von Schloß Elmshöh, regia di Max Obal (1925)