Loading AI tools
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'abuso minorile, nell'ordinamento penale italiano, è un reato.[1]
Fino al 1996 il reato di abuso sessuale ai danni di un minore era previsto dall'art. 519 comma 2 del codice penale.
Con la legge 66 del 15 febbraio 1996, Norme contro la violenza sessuale,[2] si è disposta l'abrogazione integrale della disciplina previgente[3] e si è delineata una fattispecie ad hoc intitolata "Atti sessuali con minorenne" (per distinguere i casi in cui il minore abbia prestato il suo consenso da quelli in cui vi è stata vera e propria costrizione), aggiungendo al codice penale i seguenti articoli:
Successivamente è stata emanata la legge 269/1998,[4] Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù, chiamata informalmente, e con terminologia inesatta, "legge anti-pedofilia".[5] Questa legge ha introdotto nel codice penale gli articoli:
La legge 269/1998 è stata recentemente aggiornata dalla legge n. 38 del 2 marzo 2006 (38/2006),[6] pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 2006, recante titolo: Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet (legge che modifica la precedente normativa in particolare adeguandola ai recenti accordi internazionali e alla decisione quadro europea). Le principali novità hanno riguardato:
Rimane inalterata la previsione finale dell'art. 609 bis, nota come attenuante della minore gravità, secondo la quale: "Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi".[7]
Tale attenuante viene di frequente invocata dalla parte difensiva nei procedimenti penali per i reati di abuso minorile.[8]
Con la sentenza n. 3026 del 27 settembre 2018[9], la Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di violenza sessuale è consumato quando "la condotta violenta dell'agente abbia determinato un'evidente e concreta invasione della sfera intima della vittima", negando la concessione dell'attenuante che era stata basata su elementi, quali: "la brevità della relazione corporea tra agente e vittima" e "la mancata penetrazione e soddisfazione erotica dell'aggressore". Sono invece state considerate potenziali aggravanti l'età precoce della vittima, la prolungata estensione temporale delle molestie sessuali e l'esistenza di un legame fiduciario fra vittima e aggressore.[10]
La legge italiana persegue anche i reati compiuti all'estero: gli italiani che compiono turismo sessuale potrebbero essere inquisiti nello Stato estero, su denuncia delle vittime, e poi in Italia, d'ufficio dalla magistratura. Le autorità competenti straniere non sono obbligate dal diritto internazionale a dare comunicazione dei fatti alla magistratura italiana perché avvii un procedimento, né a fornire prove, atti processuali in caso di rogatoria, né collaborazione nelle indagini delle forze di polizia. Analogo discorso vale per la magistratura italiana nei confronti delle leggi e autorità competenti del Paese in cui è stato commesso il reato. Un eventuale coordinamento può essere stabilito tramite un accordo bilaterale.
Diversi ordinamenti, come Regno Unito e Stati Uniti, prevedono la costituzione di un database nazionale per i reati sessuali, ad uso interno delle Forze di Polizia, e la pubblicazione dei nomi e foto dei pedofili e predatori, dopo il termine di estinzione della pena. In Italia, non è ammessa la castrazione chimica.
La castrazione chimica è un trattamento farmacologico, che dovrebbe dissuadere il pedofilo da recidive eliminando la libido connessa all'atto violento ed è utilizzato in diversi Paesi, spesso in combinazione con misure di sospensione condizionale della pena. Nel corso del 2005, l'allora Ministro per le riforme Roberto Calderoli ne ripropose l'utilizzo in Italia.[11]
Ai pedofili o ai predatori, che siano pedofili o no (attratti dalla pre-pubertà), è imposto dalla Legge Megan negli USA il divieto di frequentare o avvicinarsi a luoghi in cui sono presenti i minori o le vittime. La possibilità di emettere un ordine interdittivo contro le molestie su donne e minori è stata introdotta anche in Italia con la legge sullo Stalking.
Rispetto a quanto previsto dalla Convenzione di Lanzarote, resta scarsamente applicato l'accesso, anche fuori dall'ambito carcerario durante l'esecuzione della pena, dei sex offender a programmi o misure d'intervento volte a ridurre il rischio di reiterazione del reato sessuale.
Il D. Lgs. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche non è stato modificato per recepire la Convenzione di Lanzarote (art. 26), per cui in Italia non sussiste la responsabilità civile o amministrativa in materia di abuso sessuale su minori commesso da chi esercita una posizione dirigenziale con potere di rappresentanza, decisionale o di controllo.
La responsabilità delle persone giuridiche, concorrente a quella penale dei singoli, è prevista dalla Direttiva 2011/92/UE art. 12; così come i Programmi o misure di intervento su base volontaria durante o dopo il procedimento penale, efficaci per prevenire e ridurre al minimo il rischio di recidiva per i reati sessuali a danno di minori, all'interno e all'esterno delle strutture carcerarie (art. 24).
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.