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'ndrina di Gioiosa Jonica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gli Ursino sono una potente 'ndrina di Gioiosa Jonica, alleata degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica e dei Cordì di Locri. Ha insediamenti anche a Torino, in Liguria, Francia, Spagna e Canada e collegamenti con la criminalità pugliese[1][2]. Nel capoluogo torinese i loro referenti sono i Belfiore. A luglio 2014, a seguito dell'operazione Mistero e dell'omonimo processo con sentenza passata in giudicato viene sancita dalla magistratura l'effettiva esistenza della cosca[3].
Negli anni Settanta hanno partecipato alla costruzione del Porto di Gioia Tauro insieme ai Mazzaferro e ai Macrì[4].
Il 12 marzo 1977 a Gioiosa Jonica viene ucciso il mugnaio anti-'ndrangheta del PCI Rocco Gatto, che non si volle piegare alle ripetute estorsioni delle cosche. Il Capobastone Luigi Ursino e Mario Simonetta verranno indagati e rinviati a giudizio per il delitto ma sia in primo che in secondo grado assolti dall'accusa di omicidio per insufficienza di prove, verranno invece condannati in secondo grado per estorsione aggravata ai danni di Rocco Gatto (Mario Simonetta a sette anni di reclusione e Luigi Ursino a dieci anni di reclusione più due milioni di lire di multa), sentenza divenuta definitiva nel 1988.
Negli anni '70 Vincenzo Ursino è capobastone fino a quando venne ucciso in uno scontro a fuoco con i Carabinieri il 6 novembre 1976. La cosca, il giorno seguente, impone il lutto cittadino ad armi spianate, obbligando le persone a chiudere i negozi, in questa circostanza il mugnaio Rocco Gatto si oppose alla chiusura della propria attività e già taglieggiato dallo stesso clan che divenne ancor preso di mira dai soggetti criminali, una sequenza di atti e minacce che Rocco Gatto denunciò[5].
Il 26 giugno 1983 fanno uccidere insieme ai Belfiore a Torino il magistrato Bruno Caccia. Per l'omicidio viene condannato all'ergastolo Domenico Belfiore ai tempi capobastone della cosca[6]. Tra il 1987 e il 1991, come in molti altri paesi calabresi, scoppia una faida a Gioiosa Jonica fra gli Ursino e gli Jerinò[7]. Gli Ursino nella seconda guerra di 'Ndrangheta si schierarono insieme ai Macrì con la fazione Imerti-Condello-Serraino-Di Giovine-Rosmini[8].
In Inghilterra sono sospettati di gestire un traffico di droga proveniente dalla Turchia e dal Pakistan[9][10].
Il 25 febbraio 1992, viene arrestato in Francia, vicino a Cannes, Renato Macrì, nipote degli Ursino ed elemento di spicco dell’omonimo clan trapiantato in Piemonte. Macrì stava cercando di far entrare in Italia, 70 chili di cocaina[11].
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