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condottiero sassone Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Vitichindo, noto anche come Vuitechindo, Vitikindo, Witichindo, Widukind o Wittekind (Vestfalia, 730 circa – Enger, 7 gennaio 810), è stato un condottiero sassone.
Fu duca dei Sassoni nell'odierna Vestfalia, nemico di Carlo Magno durante le guerre sassoni. Dopo che Carlo Magno ebbe sottomesso nel 777 i Sassoni[3], Vitichindo si rifugiò presso re Sigfred di Danimarca, che secondo una ricostruzione, era il fratello di sua moglie Geva[1]. Quando il sovrano franco si recò in Spagna nel 778, Vitichindo tornò nella sua terra e diede vita a una rivolta, che sfociò in alcune incursioni nel territorio franco. Solo a fatica i comandanti locali franchi riuscirono a contenerli, dopo molte distruzioni e saccheggi.
Quando Carlo pensava ormai che la Sassonia fosse stata definitivamente pacificata, nel 782 Vitichindo si mise nuovamente a capo di una ribellione, questa volta ancora più violenta e clamorosa delle precedenti, durante la quale furono sterminate, presso le montagne del Süntel, le forze franche a controllo del territorio sassone. Due dei più stretti collaboratori di Carlo Magno, il camerario Adalgiso e il connestabile Geilone, persero la vita presso il Süntel e Carlo, fuori di sé dalla rabbia, rispose con spietatezza: arrivato con un nuovo esercito in Sassonia, fece velocemente capitolare i Sassoni e, dopo averli fatti prigionieri, decise di decapitarne 4.500 in un solo giorno, nel cosiddetto massacro di Verden. Vitichindo però era riuscito ancora a scamparla, fuggendo nuovamente presso i Danesi.
Le successive lotte videro coinvolti anche Vendi e Frisoni, e durarono fino a quando Carlo Magno riuscì a far convertire Vitichindo al Cristianesimo e a farsi battezzare ad Attigny, nelle Ardenne nel 785, con la stragrande maggioranza del suo popolo e non prese più parte alle successive guerre sassoni.[4] Vitichindo, amico e figlioccio del re franco, divenne un fondatore di chiese, tanto che venne soprannominato Vitichindo il Benedetto, venendo celebrato il 7 gennaio. Morì nell'810. Da lui prende il nome il Codex Wittekindeus.
Secondo la tradizione, venne sepolto in una tomba monumentale nella chiesa di Enger, nei pressi di Herford, che però non risale al IX secolo e si dubita, quindi, che possa esservi veramente sepolto Vitichindo. Nella cittadina si trova il Museo di Vitichindo.
Da lui probabilmente discendono gli Immedingi e forse Lotario I di Stade, a ogni modo è tradizionalmente ritenuto il capostipite del casato Wettin.[5]
La tradizione storiografica nazionalista del XIX secolo lo ha trasformato in un eroe leggendario della nazione tedesca, avendo combattuto per la libertà politico-religiosa del suo popolo.
La lotta anti-carolingia di Vitichindo è stata liberamente rappresentata, con suggestivi toni "antifascisti", in Lucifera, popolare fumetto italiano per adulti degli anni '70 del '900.
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