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Zhou Yongkang (cinese semplificato: 周永康 pinyin: Zhōu Yǒngkāng) (Xiqiantou, dicembre 1942) è un politico e imprenditore cinese, membro del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese dal 2007 al 2012.
Dal marzo 1998 al dicembre 1999 è stato Ministro delle Risorse e delle Infrastrutture, nel biennio 2001-2002 segretario del Partito Comunista per la regione del Sichuan. Dal 2002 al 2007 è a capo del Ministero della pubblica sicurezza e successivamente, dal 2007 al 2012, è segretario del Comitato Centrale degli Affari Politici e Legali (Zhongyang Zhengfawei).
La sua ascesa al potere comincia nella prima metà degli anni settanta, durante la rivoluzione culturale, attraverso il suo coinvolgimento nel settore petrolifero cinese nel giacimento petrolifero di Daqing. Dal 1996 al 1998 è a capo della China National Petroleum Corporation.
Nel 2013 Zhou Yongkang è stato indagato dal governo di Xi Jinping, e l'11 luglio 2015 condannato all'ergastolo ed espulso permanentemente dal Partito Comunista Cinese con le accuse di corruzione, abuso di potere e rivelazione di segreti di stato[1]. Dalla fondazione della Repubblica popolare cinese Zhou è stato il primo membro del Comitato permanente del Politburo - e il funzionario di grado più alto - ad essere processato e condannato per accuse di corruzione. [2] La sentenza emessa dal Tribunale Intermedio di Tianjin e trasmessa sulla rete televisiva nazionale, ha reso noto che le cifre accettate da Zhou e dai suoi familiari sotto forma di tangenti ammonterebbero a oltre 129 milioni di Yuan, oltre 16 milioni di Euro.[3]