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università in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'Università degli studi di Bergamo (abbreviata in UniBg) è una università statale italiana fondata nel 1968.
Università degli studi di Bergamo | |
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Prima sede dell'università in Piazza Vecchia | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Bergamo |
Altre sedi | Dalmine |
Dati generali | |
Nome latino | Universitas Studiorum Bergomensis |
Fondazione | 11 dicembre 1968 |
Tipo | Statale |
Dipartimenti |
|
Rettore | Sergio Cavalieri |
Studenti | 19 947 (2021)[1] |
Dipendenti | 772 (personale docente e ricercatore); 263 (personale non docente) (2021)[1] |
Sport | CUS Bergamo |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
La prima struttura universitaria nella città di Bergamo fu la Scuola superiore di giornalismo e mezzi audiovisivi, scuola biennale di specializzazione post laurea, nata su iniziativa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con il concorso del Comune di Bergamo, sotto la direzione del professor Mario Apollonio, aperta nel 1961 e ubicata nel Palazzo del Podestà sulla Piazza Vecchia.[2]
Il 16 novembre 1968 fu costituito il "Consorzio per l'istituzione di facoltà universitarie in Bergamo" che vedeva la presenza del comune, dell'amministrazione provinciale e della camera di commercio. In seguito alla chiusura del corso di lingue straniere presso l'Università Bocconi di Milano, nello stesso 1968 si scelse di dar vita all'Istituto di Lingue e Letterature Straniere, attraverso un comitato ordinatore presieduto dal professor Vittore Branca. Lo statuto dell'Istituto Universitario fu approvato nel dicembre del 1968.
I corsi iniziarono nell'anno accademico 1968-69, rettore lo stesso Branca, con l'attivazione delle cinque lingue fondamentali (francese, inglese, spagnolo, russo, tedesco). Nel 1974, sotto la gestione del rettore Serio Galeotti, fu istituito il corso di laurea in economia e commercio.
Il potenziamento degli studi in campo economico procede regolarmente sotto la guida del rettore Giorgio Szegö fino a portare, nel 1985, alla nascita della facoltà di economia e commercio. Durante il rettorato di Pietro Enrico Ferri, nel 1991, viene attivata a Dalmine la facoltà di ingegneria con il corso di laurea in ingegneria gestionale, al quale seguirà subito dopo il corso di laurea in ingegneria meccanica, mentre il 1º novembre 1992, con il nome di Università degli Studi di Bergamo, l'ateneo diventa un organismo statale.
Durante il mandato del rettore Alberto Castoldi (1999-2009) vengono istituite la facoltà di lettere e filosofia, con l'inserimento dei nuovi corsi di psicologia clinica e scienze dell'educazione, e la facoltà di giurisprudenza (2004). Nel 2001, avviene il trasferimento della facoltà di economia da Città alta a Bergamo bassa, in via dei Caniana. Con l'insediamento nel complesso di Sant'Agostino e nel vicino ex Collegio Baroni, che costituiscono il nucleo di un nuovo polo umanistico, e il trasferimento di alcuni uffici nella sede di via San Bernardino, portando gli spazi complessivi a oltre 40.000 metri quadrati.
Dal 2009 al 2015 il rettore è stato Stefano Paleari e viene inaugurata l'aula magna presso l'ex chiesa trecentesca di sant'Agostino.[3]
L'ateneo è organizzato in 8 dipartimenti:
L'Università di Bergamo si articola in tre campus – campus umanistico, campus economico-giuridico, campus ingegneristico – che hanno sede in diversi punti della città di Bergamo e a Dalmine. La peculiare dislocazione delle sedi universitarie è frutto non solo del progressivo espandersi dell'Ateneo nel corso degli anni, ma anche di una precisa scelta dell'Università di disseminarsi nel tessuto urbano per interagire al meglio con esso.
Accanto al campo ingegneristico, risiede il CUS: il Centro Universitario Sportivo di Bergamo.
Nel mese di dicembre del 2018, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione, l'ateneo revisiona la propria identità visiva: in luogo della dicitura Universitatis Studium Bergomensis, ereditata dal precedente istituto universitario, trova posto quella più consona di Universitas Studiorum Bergomensis. Gli elementi identitari del logo dell'ateneo, seppur sottoposti ad un alleggerimento e semplificazione grafica, permangono gli stessi.[6]
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