Tesoro dell'Oxus
collezione di gioielli della Persia achemenide / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il tesoro dell'Oxus (persiano: گنجینه آمودریا) è una collezione di circa 180 pezzi superstiti di oggetti in oro e argento, la maggior parte relativamente piccoli, e circa 200 monete, del periodo persiano achemenide, che furono trovati sulla riva del fiume Oxus intorno al 1877-1880.[1] Il luogo e la data esatti del ritrovamento rimangono poco chiari, ma viene spesso proposto come vicino a Kobadiyan. È probabile che molti altri pezzi del tesoro siano stati fusi per ricavarne lingotti; i primi rapporti suggeriscono che in origine c'erano circa 1500 monete e menzionano tipi di oggetti in metallo che non sono tra i pezzi sopravvissuti. Si ritiene che la lavorazione dei metalli risalga al VI-IV secolo a.C., ma le monete mostrano un intervallo temporale maggiore, con alcune, ritenute appartenenti al tesoro, risalenti al 200 a.C. circa.[2] L'ipotesi più probabile sulla provenienza del tesoro è che fosse appartebuto a un tempio, dove per lungo tempo erano stati depositate offerte votive, ma non si sa come siano finiti sulla riva del fiume.[3]
Nell'insieme, il tesoro è la sopravvivenza più importante di quella che un tempo era un'enorme produzione di lavori achemenidi in metallo prezioso. Presenta una gamma molto ampia di qualità di esecuzione, con le numerose placche votive in oro eseguite per lo più rozzamente, alcune forse dagli stessi donatori, mentre altri oggetti sono di superba qualità, presumibilmente quella attesa dalla corte.[4]
Il British Museum ora ha quasi tutti i pezzi sopravvissuti, con uno dei due braccialetti con la testa di grifone in prestito dal Victoria and Albert Museum, e li espone nella sala 52. Il tesoro è arrivato al museo per strade diverse, con molti oggetti lasciati in eredità alla nazione da Augustus Wollaston Franks. Le monete sono più ampiamente disperse e più difficili da collegare al tesoro. Un gruppo che si ritiene provenga da esso si trova nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo e altre collezioni ne hanno alcuni esemplari.[5]