Storia della viticoltura nell'Alto Milanese
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La storia della viticoltura nell'Alto Milanese, territorio della Lombardia a cavallo fra la città metropolitana di Milano, la provincia di Varese e quella di Como, inizia durante l'età imperiale romana e termina a metà del XIX secolo a causa di alcune malattie che colpirono la vite, pandemie che cagionarono la scomparsa della viticoltura da questa zona. Alcune aree dell'Alto Milanese producevano alcuni vini rinomati, tra cui il Colli di Sant'Erasmo, il Santana e il Clintù[1]. Storicamente nell'Alto Milanese venivano prodotti sia vini rossi che bianchi: entrambe le tipologie erano celebri in tutto il Nord Italia[1].
«[...] Accorrete, che annego, parenti cavalieri salvatemi vi prego per le polpette che mangiaste jeri: salvatemi se il cielo vi ajuti a tracannar trecento fiaschi di vin di Busto e a digerire un bue. [...]»
(Novella sopra un caso avvenuto in Milano ad una festa da ballo, Ugo Foscolo)