Storia della violenza contro le persone LGBT negli Stati Uniti d'America
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La storia della violenza contro le persone LGBT negli Stati Uniti d'America comprende aggressioni contro gay, lesbiche, bisessuali, transgender e individui intersessuali (LGBT), le risposte giuridiche a tale crimine d'odio e le statistiche relative al riguardo. Le persone prese di mira da questa tipologia di violenza vengono generalmente percepite come pericolose in quanto violano le regole interiorizzate di eteronormatività e contravvengono ai ruoli sessuali di genere intesi come imperativi.
Gli atti di violenza contro gli appartenenti alla comunità LGBT e il bullismo omofobico - specialmente in ambito scolastico, rivolto espressamente verso adolescenti omosessuali e che può condurre fino al suicidio - può venire inquadrato nell'ambito del crimine dovuto ad odio e pregiudizio quando le persone divengono vittime semplicemente a causa della propria razza, etnia, religione, sesso o (in questo caso) orientamento sessuale[1].
I crimini d'odio contro le persone LGBT si verificano molto spesso perché gli autori sono affetti da radicata omofobia; la violenza mirata e diretta contro certe persone a causa della loro omosessualità può essere sia psicologica che fisica, ma può arrivare nei casi più gravi anche fino all'omicidio; le cause scatenanti di tali azioni possono essere legate a fattori culturali, religiosi, politici o dovuti a pregiudizio.
In data 29 aprile 2009, la Camera dei Rappresentanti (Stati Uniti d'America) ha votato per estendere la legge federale che classifica come "crimini d'odio" gli attacchi basati sull'orientamento sessuale o l'identità di genere della vittima[2]. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge in data 22 ottobre 2009[3]. Il Matthew Shepard Act è stato controfirmato e trasformato in risoluzione di legge effettiva dal presidente Barack Obama il 28 ottobre 2009[4].