Statuto della Val d'Ambra
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Il Constitutum Vicecomitatus Vallis Ambrae, meglio noto come Statuto della Val d'Ambra, fu redatto nel 1208 per ordine del conte Guido Guerra III ed era la costituzione politica del Viscontado della Val d'Ambra, sottoregione amministrativa dei possedimenti dei conti Guidi creata appunto nel 1208 scorporandola dal Viscontado di Porciano. Scritto su pergamena in formato di piccolo quarto, su un totale di dieci fogli doppi, è il primo statuto della storia toscana se si esclude il Breve Consulum Pisanae Civitatis del 1163 che comunque non lo eguaglia per complessità e completezza giuridica[1].
Venne compilato a Vallettole da dodici uomini, due per ognuna delle terre che componevano il viscontado, cioè Bucine, Torre del Mercatale oggi Mercatale-Torre, Campo Selvi oggi Caposelvi, Pogi, Galatrona, e Rendola. Particolarmente interessante il fatto che un feudatario, invece di imporre ex imperio gli ordinamenti civili dei suoi possedimenti, avesse deputato a comporli, per mezzo dei loro rappresentanti, i suoi stessi sudditi.
Con un simile gesto Guido Guerra V sancì il diritto, per i suoi sottoposti, di modellare le leggi in modo che rispondessero il più possibile alle loro esigenze, la facoltà di assistere, come consiglieri, il capo dello stato e soprattutto di potersi radunare pubblicamente per poter prendere decisioni relative agli affari di pubblico interesse.