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reparto d'intelligence militare dei servizi segreti italiani (1949-1966) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Servizio Informazioni Forze Armate (SIFAR) è stato il servizio segreto militare italiano, attivo dal 1949 al 1966, il primo alle dipendenze dirette del capo di stato maggiore della difesa.
Servizio informazioni forze armate | |
---|---|
Stemma del SIFAR | |
Descrizione generale | |
Attivo | 1949 - 1966 |
Nazione | Italia |
Tipo | Servizio segreto militare |
Compiti | Spionaggio Controspionaggio |
Guarnigione/QG | Roma |
Parte di | |
Comandanti | |
Degni di nota | Ettore Musco, Giovanni De Lorenzo |
Fonti nel testo | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
L'intelligence italiana, il Servizio informazioni militare, fu sciolto il 31 dicembre 1944, e l'attività di controspionaggio passò prima all'Ufficio Informazioni del Comando Supremo italiano e quindi, finita la seconda guerra mondiale, dal 15 agosto 1946 all'Ufficio I dello Stato maggiore dell'Esercito italiano. Nell'ottobre 1948 il generale di artiglieria Giovanni Carlo Re[1] è designato a guidare l'Ufficio I dello stato maggiore. La comunità dell'intelligence e sicurezza statunitense ritenne ormai stabilizzata la situazione politica interna italiana e, all'indomani del Trattato di Pace di Parigi del 1947, si ritenne possibile l'ingresso nella NATO, quale diretta conseguenza, e la creazione di un vero e proprio servizio segreto, seppure in diretto coordinamento con i servizi statunitensi.
Il nuovo servizio segreto, fu istituito come reparto interforze delle forze armate italiane, all'inizio della guerra fredda, il 30 marzo 1949 con una circolare interna emanata dal ministro della Difesa Randolfo Pacciardi. Il 1º aprile l'Ufficio Informazioni dello S.M.E. passò quindi alle sue dirette dipendenze.
In realtà il SIFAR sarà pienamente operativo solo dal 1º settembre 1949, sempre sotto la direzione del generale Giovanni Carlo Re, a sua volta alle dipendenze dirette del capo di stato maggiore della difesa, con personale delle tre forze armate, compresi i carabinieri. Nella stessa occasione vennero istituiti i Servizi informazioni operative e situazione (SIOS) presso ciascuna delle tre forze armate italiane.
Il SIFAR dal 1952 venne quindi guidato dal generale Ettore Musco, fino al dicembre 1955, a cui succedette fino al 1962 il generale Giovanni De Lorenzo, noto per aver iniziato l'opera di fascicolatura di numerosi dirigenti dei partiti. Il SIFAR sarà negli anni successivi al centro di numerose trame eversive, organizzando azioni terroristiche e depistaggi delle indagini, svolgendo un ruolo di primo piano nella stagione della strategia della tensione[2].
Il suo scioglimento avvenne il 18 novembre 1965, quando con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1477, nell'ambito del nuovo ordinamento dello stato maggiore della difesa, venne istituito il nuovo Servizio segreto militare italiano, il Servizio informazioni difesa (SID).
Il SIFAR, coperto dagli scandali e dai sospetti accumulati negli anni, rimase tuttavia attivo sino al 30 giugno 1966, al comando del generale dei carabinieri Giovanni Allavena[3]. La definitiva soppressione del SIFAR avvenne ad opera del ministro socialdemocratico Roberto Tremelloni, con l'attivazione del SID.
Il nuovo Servizio era diviso in:
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