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Saša Radulović (Bihać, 7 giugno 1965) è un politico e ingegnere elettronico serbo, ex ministro dell'economia[1] e presidente del movimento politico Dosta je bilo ("Ora basta")[2].
Saša Radulović | |
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Ministro dell'economia della Serbia | |
Durata mandato | 2 settembre 2013 – 24 gennaio 2014 |
Capo del governo | Ivica Dačić |
Predecessore | Mlađan Dinkić |
Successore | Igor Mirović |
Dati generali | |
Partito politico | indipendente (2013–2014), Dosta je bilo (2014–present) |
Università | Università di Sarajevo |
Professione | ingegnere elettronico, consulente fiscale |
Firma |
Radulović nasce a Bihać (Bosnia ed Erzegovina, allora Jugoslavia) in una famiglia di serbi di Bosnia; il padre, Budimir Radulović, è ufficiale medico nell'Esercito Popolare Jugoslavo e verrà ucciso il 3 maggio 1992 a Sarajevo all'inizio del conflitto.[3]
Radulović si laurea presso la Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Sarajevo, con specializzazione in automazione ed elettronica.[1]
Negli anni '80 Radulović è esponente del movimento culturale del "neo-primitivismo" sarajevese, assieme ad Emir Kusturica e ai membri della rock band Zabranjeno Pušenje. Il suo odierno stretto collaboratore Dušan Pavlović viene anch'egli dalla cultura pop jugoslava degli anni '80, come ex membro della band belgradese Vampiri.[4]
Radulović è sposato e ha due figli. Oltre alla sua lingua serba nativa, parla inglese e tedesco.
Alla fine degli anni '80 Radulović lascia la Jugoslavia e lavora in vari paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Germania. In Germania dal 1990 lavora per Siemens AG sul monitoraggio del sistema per le centrali nucleari situate in Germania, Stati Uniti e Russia, con frequenti viaggi negli USA.[1] Nel 1994 Radulović inizia a lavorare a Toronto, in Canada, per Antares Alliance, una controllata di Amdahl / EDS, come gestore di team di sviluppo di database relazionali, prima di passare alla Interpro Medical Network,[1] inizialmente come vice presidente dello sviluppo, e poi come uno dei membri del Consiglio di Amministrazione. Dal 1997 al 2001 è stato direttore generale della società che si occupa dei server per le immagini TrueSpectre. Insieme ai colleghi della compagnia ha progettato l'architettura e gli algoritmi che elaborano le immagini sui server. Dal 2002 al 2006 è stato consulente di diverse società di investimento.
Radulović è tornato in Serbia dagli Stati Uniti nel 2005, ed è diventato un pioniere blogger, scrivendo sulle riforme economiche, business e fisco.[4] Professionalmente possedeva una società e ha lavorato come curatore fallimentare per molte altre aziende. Ha esercitato da libero professionista come curatore fallimentare e gestore di portafoglio.
Radulović ha lavorato come consulente per Consiglio d'Europa, OSCE, Ambasciata degli Stati Uniti, GIZ, NALED, e l'Associazione delle piccole e medie imprese.[1] Ha anche fornito corsi di formazione per la polizia serba e pubblici ministeri su come perseguire i crimini finanziari.[4]
Nel 2013 Radulović è stato nominato ministro tecnico dell'Economia nel governo di Ivica Dačić. Durante la sua breve permanenza in carica è venuto alla ribalta per un testo sulla rivista Nedeljnik in cui ha ferocemente criticato la precedente politica economica del partito di governo SNS, compreso il processo di privatizzazione e la corruzione associata. Il testo è spesso citato non solo in Serbia, ma anche nei media degli altri Stati dell'ex Jugoslavia.[5] Durante il mandato ministeriale, Radulović ha cercato di portare trasparenza sulla base di una visione di governo aperto, ma ha percepito di essere ostruito da altri ministri SNS. Radulović è stato apertamente attaccato dal premier Vucic quando ha deciso di fermare diversi processi di privatizzazione che riteneva non trasparenti.[6] Radulović si è dimesso dalla carica di ministro il 24 gennaio 2014.[7]
Il 2 febbraio 2014 Radulović ha annunciato che avrebbe partecipato alle elezioni parlamentari del 16 marzo 2014 con una propria lista.[8][9] Il suo movimento Dosta je bilo (Ora basta) ha ottenuto 74.973 voti (2,09%), rimanendo al di sotto della soglia di sbarramento del 5%. La sua lista era stata l'unica a pubblicare un programma elettorale consolidato con piani d'azione in diversi settori.[4]
Alle elezioni parlamentari serbe del 2016 il suo movimento Dosta je bilo ha triplicato il suo sostegno e con il 6,02% dei voti ha ottenuto 16 seggi parlamentari.[10][11]
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