Una repubblica islamica è una forma di governo, attualmente presente in Iran, Pakistan e Mauritania.

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Mappa che mostra gli Stati che hanno il titolo "Repubblica islamica" nel loro nome ufficiale.

Di per sé, la denominazione "repubblica islamica" non ha un significato univoco. Una repubblica è islamica nel momento in cui è la sua Costituzione a definirla tale. Dal punto di vista istituzionale, infatti, la fenomenologia delle repubbliche islamiche non consente di determinarne elementi comuni a tutte. Così, la Costituzione mauritana del 1961 prevedeva soltanto che l'Islam fosse religione di Stato[1]; la Costituzione pakistana del 1956 imponeva invece la conformità della legislazione all'Islam, demandando al Parlamento il compito di vagliare questa conformità; e infine la Costituzione iraniana del 1979 ha creato un complesso sistema in cui l'islamicità dello Stato, e quindi anche dell'ordinamento, è tutelata da una serie di istituzioni dotate di ampi e considerevoli poteri: la Guida Suprema, il Consiglio di Vigilanza, il potere giurisdizionale.

Solo in Iran è presente una maggioranza di sciiti duodecimani, mentre nelle altre repubbliche islamiche la maggioranza religiosa è composta da sunniti. In questi stati la legislazione è almeno in parte basata sulla legge islamica. In Iran il governo è sottoposto all'autorità degli alti religiosi musulmani sciiti (ayatollah).

Stati che adottano o che hanno adottato la Repubblica islamica come forma di governo

Stati che attualmente sono repubbliche islamiche

Ulteriori informazioni Stato, Data di adozione ...
Stato Data di adozione
Iran (bandiera) Iran 1º aprile 1979[2]
Mauritania (bandiera) Mauritania 28 novembre 1960
Pakistan (bandiera) Pakistan 23 marzo 1956
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Stati che hanno adottato in passato la repubblica islamica come forma di governo

Il modello iraniano

Nel 1979, in Iran salì al potere, con la Rivoluzione islamica, l'ayatollah Ruhollah Mosavi Khomeyni, uno tra i più insigni esponenti della gerarchia "clericale" (marja' al-taqlid) della comunità sciita, il quale, postosi al vertice del processo costituente rivoluzionario, accompagnò il Paese verso l'instaurazione di una Repubblica Islamica: una denominazione scelta tramite un referendum popolare che si svolse il 30 e 31 marzo 1979.

Dalla Rivoluzione del 1979 la Guida Suprema è il rahbar o, in sua assenza, un consiglio di capi religiosi. Vengono scelti da un'assemblea di esponenti religiosi sulla base del loro curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione. La Guida Suprema nomina i sei membri religiosi del Consiglio dei Guardiani, composto da 12 membri, che ha il compito di approvare le candidature alla Presidenza della Repubblica e certificare la loro competenza e quella del Parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie. Egli è inoltre comandante in capo delle forze armate.

A capo dello Stato vi è il Presidente, eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Dopo la sua elezione, il Presidente nomina e presiede il Consiglio dei Ministri, coordina le decisioni del governo e seleziona le decisioni governative da sottoporre al parlamento. Il Parlamento iraniano, monocamerale e chiamato Assemblea Consultiva Islamica, è composto da 290 membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale.

Tutta la legislazione deve essere vagliata, prima dell'entrata in vigore, dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta vilāet-e faqih, ossia la "tutela del giurisperito", per controllare che le leggi non siano in contrasto col Corano e la dottrina islamica, nell'accezione propria dello sciismo duodecimano. I sei membri laici del Consiglio, giuristi nominati dal Parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi esaminano la loro conformità con i dettami islamici.

Note

Bibliografia

Voci correlate

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