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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un percorso di accompagnamento che facilita la collaborazione tra istituzioni culturali e Wikipedia.
Share Your Knowledge | Partecipa | Linee guida | Storia e crediti | Valutazione |
Share Your Knowledge nasce nel 2011 su iniziativa della Fondazione lettera27 in collaborazione con Fondazione Cariplo, Wikimedia Italia, Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino/ente gestore di Creative Commons Italia e SeLiLi. Il progetto nasce per WikiAfrica, contribuisce a Progetto GLAM e prende avvio dall'esperienza dell'Associazione Amici del Museo delle Grigne Onlus. Nel 2014 la struttura del progetto viene ripresa nell'ambito del progetto "Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia" per produrre una guida che facilita il coinvolgimento di nuove istituzioni.
Share Your Knowledge è un percorso di accompagnamento e formazione destinato alle istituzioni culturali. Il progetto nasce per facilitare l'adozione della licenza Creative Commons attribuzione condividi allo stesso modo (CC BY-SA) da parte di istituzioni culturali e potenzia la loro collaborazione con Wikipedia. Share Your Knowledge contribuisce al progetto GLAM.
Gli obiettivi sono[1]:
Share Your Knowledge contribuisce al progetto GLAM con alcune peculiarità rispetto ad altre esperienze condotte a livello internazionale:
Tutto parte da una considerazione molto semplice: i contenuti sono una delle più importanti risorse delle istituzioni culturali. Ogni istituzione possiede, produce e sostiene contenuti (pubblicazioni, ricerche, database, musica, opere d'arte, saggi, documentazione, pièce teatrali, video, immagini, comunicati stampa, biografie di artisti e autori, materiale didattico). Nella migliore delle ipotesi, una parte di questi funge da documentazione delle attività svolte, ad esempio quando si deve rendicontare un progetto o si partecipa ad un bando per il finanziamento di uno nuovo. Più spesso invece gli stessi finiscono in polverosi archivi dai quali non vengono più recuperati e che nessuno visiona mai. Certamente uno spreco, visto che vengono investite delle risorse nella realizzazione di questi materiali, talora di buona qualità, e di cui molti, compresi i siti della Wikimedia Foundation, potrebbero beneficiare: si pensi a titolo d'esempio a quanto sarebbero utili delle fotografie, scattate a testimonianza del proprio lavoro da qualche associazione benefica che opera in un paese emergente, per documentare in una voce enciclopedica o in un articolo gli eventi o le condizioni di vita attuali o passate di quella nazione.
Dunque, ecco l'idea: recuperare e valorizzare quei contenuti, non soltanto tramite la pubblicazione online, ma attraverso il rilascio sotto una licenza libera (la CC BY-SA) che ne ottimizzi la circolazione permettendo a molti di essi di essere reimpiegati su siti come Wikipedia o Wikimedia Commons.
Il percorso non è stato breve, né semplice. Le istituzioni coinvolte hanno partecipato a numerose riunioni e occasioni di formazione che hanno presentato e fatto il punto sulle varie tappe; molte non avevano mai affrontato un discorso relativo alla gestione di contenuti multimediali e per la prima volta apprendevano dell'esistenza delle licenze libere e della possibilità di applicarle a lavori di cui detenevano tutti i diritti. La nuova licenza è stata pertanto apposta e comunicata via mail o tramite il footer dei rispettivi siti, in caso di contenuti già presenti online; i vari enti hanno dato disposizione ai loro collaboratori (dipendenti, ma anche stagisti, volontari di servizio civile...) di apprendere le modalità per il caricamento dei contenuti e quindi di pubblicarli. Qualcuno si è anche avvantaggiato della frequenza del corso per Wikipediani in Residenza. Altre istituzioni invece hanno chiesto e ottenuto il supporto dei tutor di progetto. Nel frattempo è stata creata e caricata online una vasta documentazione su linee guida e procedure, per assicurare la massima trasparenza e per stimolare l'ideazione di progetti simili. Adesso ci si sta concentrando, oltre che sugli ultimi upload, sull'organizzazione dei contenuti (soprattutto, è importante accertarsi che siano adatti ai siti WMF nelle varie lingue e correttamente categorizzati), e i casi studio sulle varie collaborazioni sono in fase di elaborazione e vengono pubblicati mensilmente. Certo, le difficoltà non sono mancate; è del tutto comprensibile quando ci si approccia per la prima volta a comunità molto vaste che parlano molte lingue diverse e hanno anche delle regole differenti, talora davvero complesse da interpretare. Alcune voci hanno suscitato discussioni in merito alla loro enciclopedicità, in qualche caso le specificazioni relative al copyright non sono state ritenute sufficienti, e ci sono state anche delle cancellazioni. Comunque anche queste lezioni, imparate da chiunque sia stato coinvolto direttamente nel progetto, fanno parte a pieno titolo dei risultati raggiunti dallo stesso, poiché di fatto hanno incrementato il bagaglio di esperienze di ognuno. E poi i wikipediani, italiani e non, non hanno fatto mancare il loro appoggio e la loro partecipazione in più occasioni, ad esempio durante le maratone (o edit-a-thon, il nome sotto cui sono più conosciute nell'ambiente wikimediano). Sono arrivate così anche tante soddisfazioni: i tool che utilizziamo per il monitoraggio ci dicono che le voci create e quelle modificate nell'ambito di SYK fanno registrare migliaia di visite mensili, e più di una delle immagini relative al progetto è stata ritenuta "da Vetrina" ed è quindi apparsa o apparirà nella home page di Commons e in quella di Wikipedia nelle varie lingue. Ma non sono questi probabilmente gli obiettivi raggiunti che rendono più fieri utenti e promotori di SYK: vi è anche la consapevolezza di aver creato il programma con il maggior numero di collaborazioni istituzionali mai visto tra le partnership GLAM/Wikimedia (guadagnandosi nel frattempo il supporto di diversi chapter wikimediani); di aver dato vita ad un'idea tanto ben realizzata e riuscita da aver già ispirato almeno un'iniziativa simile, grazie alla replicabilità del percorso - un progetto del COSV, Music Bridges, basato su musica e licenze libere in Vanuatu e Mozambico; di aver tessuto una rete di contatti che non smetterà di dare i propri frutti ancora per molto, molto tempo a venire. Ecco dunque tappe e protagonisti di quest'avventura.
La prima fase si svolge da gennaio a dicembre 2011.
Nel 2011 partecipano a Share Your Knowledge
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