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carica vitalizia della Repubblica di Venezia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I Procuratori di San Marco erano la più prestigiosa carica vitalizia della Repubblica di Venezia, subito dopo il Doge.
Nominati sin dal IX secolo per curare la fabbrica e l'amministrazione dei territori della Basilica di San Marco, sparsi per tutto l'Oriente, nella persona di un solo procuratore nominato dal doge, nel 1231 divennero quattro e in seguito il loro numero crebbe sino a nove[1]. La nomina spettava al Maggior Consiglio quale supremo premio di una carriera brillante nell'amministrazione dello Stato.
Dal 1269 i loro compiti furono ampliati alla tutela degli orfani e dei mentecatti e all'esecuzione dei testamenti, così ripartiti:
Quale residenza loro e dei loro uffici furono erette in Piazza San Marco le due ali delle Procuratie, i maestosi edifici che racchiudono la piazza.
L'istituto procuratorio è sopravvissuto alla caduta della Repubblica nel 1797 ed esiste ancora a Venezia, continuando ad occuparsi dell'amministrazione del Patrimonio di San Marco[2] della basilica stessa per conto del Patriarcato di Venezia con il nome di Procuratoria di San Marco, riconosciuto con Regio Decreto del 9 luglio 1931 alla Fabbriceria della basilica cattedrale di San Marco.
Si compone di sette procuratori, il cui presidente ha il titolo di Primo Procuratore di San Marco: ad essi spetta la nomina del Proto di San Marco, cioè dell'ingegnere o architetto cui è affidata la direzione tecnica della conservazione degli edifici e delle loro singole, in conformità alle esigenze del culto e alle disposizioni dell'autorità ecclesiastica, coadiuvato in questo da un ufficio composto di un ingegnere, due architetti e un geometra. L'attuale Proto è l'architetto Mario Piana. Da esso dipendono:
Dalla Procuratoria dipende tutto il personale amministrativo, di custodia e vigilanza della basilica.
Dal 2015 il Primo Procuratore di San Marco è Carlo Alberto Tesserin[3].
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