Geograficamente, il mondo ellenistico comprendeva una vasta area che andava dalla Sicilia e dall'Italia meridionale (Magna Grecia) all'India (Regno indo-greco) e dal Mar Nero (Regno del Bosforo Cimmerio) all'Egitto, zone in cui una versione della lingua greca antica, la koinè, divenne la lingua franca della politica, dell'economia e della cultura. La cultura ellenistica si fuse con la cultura romana e continuò ad esistere anche dopo la nascita dell'impero.
Tolomeo Epifane Eucaristo (in greco antico: Πτολεμαῖος Ἐπιφανής Eὐχαριστóς?, Ptolemaĩos Epiphanés Eucharistós; in egizio: ptwlmys nṯr pry nb nfrw, ptwlemys netjer pery neb neferu; 9 ottobre210 a.C. – 180 a.C.), chiamato nella storiografia moderna Tolomeo V, è stato un faraoneegizio appartenente al periodo tolemaico, quinto sovrano della dinastia dal 204 a.C. alla sua morte.
Asceso al trono a una giovanissima età, il suo regno fu inizialmente gestito da dei reggenti fino al 197-196 a.C., quando Tolomeo raggiunse l'età per governare e fu incoronato ufficialmente re. In politica estera il suo regno fu disastroso: l'Egitto tolemaico perse per mano di Antioco III il Grande, sovrano dell'impero seleucide, e Filippo V, re di Macedonia, tutte le sue colonie nel mar Egeo, in Asia Minore e in Medio Oriente, mantenendo solamente l'isola di Cipro. Negli affari interni il regno fu scosso da violente rivolte sia a nord, nel delta del Nilo, sia a sud, nella Tebaide, ma tutti i ribelli furono sconfitti e molti vennero uccisi.
Tolomeo morì all'età di trent'anni, ucciso dai suoi generali che lo ritenevano troppo debole e lasciando, come suo padre prima di lui, un erede ancora bambino, Tolomeo Filometore, la cui reggenza fu affidata alla madre Cleopatra.
Fu l'ultima sovrana della dinastia tolemaica a regnare in Egitto e anche l'ultima di tutta l'età ellenistica, la cui fine si fa proprio coincidere con la sua morte. Donna forte e indipendente, portò avanti una politica espansiva e accentratrice, nonostante il continuo avanzare dell'egemonia della Repubblica romana nel mar Mediterraneo; Cleopatra riuscì, infatti, a relazionarsi efficacemente con questa grande potenza del suo tempo grazie anche al rapporto personale che instaurò con due importanti generali romani, Giulio Cesare e Marco Antonio, ed ebbe un ruolo centrale nell'ultima guerra civile repubblicana, che portò alla nascita dell'Impero romano per mano di Ottaviano Augusto.
È inoltre con tutta probabilità tra le più famose personalità dell'antico Egitto e della storia universale: la sua figura è stata infatti fin dai tempi antichi al centro di racconti e ricostruzioni storiche più o meno fantasiose, che l'hanno portata a sopravvivere nell'immaginario comune fino all'epoca contemporanea.
Per terza guerra mitridatica si intende l'ultima fase delle ostilità combattute dai generali romani Lucio Licinio Lucullo e Gneo Pompeo Magno, della Repubblica romana contro il regno del Ponto tra il 74 e il 63 a.C. e videro la definitiva sconfitta e morte di Mitridate VI. Per l'importanza del sovrano che la condusse contro Roma e la loro difficoltà, presero il loro nome da Mitridate VI, come in passato era capitato soltanto ad Annibale con la guerra omonima.
L'arte ellenistica riguarda il periodo dell'ellenismo, che viene convenzionalmente datato dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla conquista romana dell'Egitto (ultimo regno ellenistico indipendente) nel 31 a.C. Tuttavia, grazie alla profonda influenza che l'arte ellenistica ebbe sull'arte romana essa andò ben oltre la convenzionale data della battaglia di Azio, raggiunse con i propri motivi stilistici e iconografici le varie rinascenze europee e, a più riprese, continuò ad influenzare tutta l'arte occidentale e soprattutto quella dell'Asia centromeridionale dove aveva posto direttamente radici tre secoli prima.
La scultura ellenistica è la produzione nell'ambito dell'arte plastica del mondo ellenico che convenzionalmente si data dal 323 a.C. (morte di Alessandro Magno), al 31 a.C. (battaglia di Azio e caduta dell'ultimo regno ellenistico). Essa si distingue dal periodo precedente nelle sue manifestazioni più creative con un deciso rinnovamento formale, tematico e contenutistico. Dal punto di vista formale tutte le premesse poste da Lisippo vengono sfruttate e sviluppate, sia per quanto riguarda i rapporti dell'opera con lo spazio e con il fruitore, sia negli aspetti di superficie con l'accentuarsi del chiaroscuro e con le ricerche sul modellato dei corpi e dei panneggi e infine con l'ulteriore elaborazione del "gruppo scultoreo", caro al maestro di Sicione, che acquisisce in epoca ellenistica struttura particolarmente complessa. Le innovazioni tematiche riguardano da una parte l'elaborazione del ritratto fisionomico anche nei suoi aspetti psicologici, sociali ed etnici, dall'altra l'evasione nell'idillio pastorale.
I cinici sono i seguaci della scuola filosofica fondata da Antistene e Diogene di Sinope nel IV secolo a.C. Il nome potrebbe derivare o dal Cinosarge, l'edificio ateniese che fu la prima sede della scuola, o dalla parola greca κύων (kyon - "cane") – soprannome di Diogene, che ne fu l'esponente più importante – o forse appellativo che gli fu dato in senso dispregiativo dalle correnti filosofiche avversarie. I cinici professavano una vita randagia e autonoma, indifferente ai bisogni e alle passioni, fedeli solo al rigore morale. Dopo un periodo di declino, la scuola cinica ebbe una ripresa in concomitanza alla corruzione del potere imperiale di Roma: si fece appello allora alla libertà interiore e all'austerità dei costumi.
Con connotazione spesso negativa, il termine "cinico" viene però usato in epoca contemporanea soprattutto, per estensione, volendo indicare chi ostenta sprezzo e beffarda indifferenza verso ideali o convenzioni della società in cui vive (caratteristica spesso ostentata anche dai filosofi cinici), spesso con sarcasmo sfacciato, nichilismo e disincanto, o con sfiducia.
L'interesse della scuola fu prevalentemente etico, e il concetto di "virtù" assunse un nuovo significato in una vita vissuta secondo natura; l'ideale era l'autosufficienza (l'autosufficienza del saggio, condotta fino all'assoluta indipendenza dal mondo esterno, secondo il termine greco autàrkeia, ovvero autarchia, capacità di detenere il totale controllo su se stesso).
La storia dinastica dell'Egitto tolemaico è molto intricata, dato che tutti i sovrani della famiglia presero il nome di Tolomeo e che molti di loro sposarono le rispettive sorelle, che spesso ebbero il nome di Cleopatra.
Nell'ambito della culturaellenistica la scienza rappresentò probabilmente il punto più alto raggiunto dal sapere nel mondo antico. Anche la figura dello scienziato risentì del clima spirituale dell'epoca, caratterizzato dall'allontanamento dalla politica e dai temi sociali, e si immedesimò nel ruolo del ricercatore di professione (concetto per noi moderno), dedito allo studio e alla ricerca.
Il centro di questo sviluppo scientifico fu ad Alessandria, che con le strutture culturali della Biblioteca e del Museo divenne un centro di attrazione per tutti gli intellettuali dell'epoca.
Rispetto al sapere scientifico del passato la scienza ellenistica presentò uno sviluppo considerevole della tecnologia tale da essere paragonabile a quello europeo del XVII secolo, della prima rivoluzione industriale.