Piede (metrica)
unità metrica di base in poesia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Nella metrica classica il piede (in greco antico: ποῦς?, poûs; in latino pes), così chiamato perché il ritmo si batteva con il piede, era formato da un gruppo di due o più sillabe brevi e lunghe che costituivano la misura del verso.
Nel piede vi sono due elementi distinti, uno forte chiamato arsi e segnato dall'ictus, uno più debole chiamato tesi dove la voce si abbassa.
Per quanto riguarda il ritmo, si deve far distinzione tra il piede ascendente che inizia dalla tesi e diventa più forte verso l'arsi, e il piede discendente che comincia dall'arsi per decrescere verso la tesi.
I piedi principali erano il trochèo, il giambo, il dàttilo, lo spondèo, l'anapesto e l'anfìbraco. Unendo più piedi veniva a formarsi il verso come l'esametro, il pentametro, il senario, l'adonio e altri.
Nella metrica italiana moderna vengono chiamati piedi quei gruppi di versi che formano le strofe della canzone o la stanza di una ballata o anche le prime due quartine del sonetto.
La metrica del Novecento esalta la funzione del piede per la sua autonomia di contro all'isosillabo e quindi al verso libero.
Il piede è pertanto l'unità ritmica, codificata dalla dottrina metrica antica, alla base della versificazione basata sulla quantità sillabica greca e latina.
Un piede proprio è composto da almeno due sillabe e da almeno tre morae.