Olbia Pontica
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Olbia Pontica (in greco antico: Ὀλβία Ποντική?), nota anche come Borysthenes (in greco antico: Βορυσθένης?, Borysthénēs)[1] e Ol'vija (in ucraino Ольвія?) è stata una colonia greco-milesia sorta sulle rive del Mar Nero alla foce del Bug Orientale, nell'Ucraina meridionale. I resti della città sono protetti per circa 300 ettari come Riserva nazionale storica ed archeologica sotto l'egida dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Ucraina.
Olbia Pontica | |
---|---|
Nome originale | (GRC) Ὀλβία Ποντική |
Cronologia | |
Fondazione | 646-645 a.C. |
Fine | IV secolo |
Causa | Razzie da parte dei Goti |
Localizzazione | |
Stato attuale | Ucraina |
Località | Parutyne |
Coordinate | 46°42′N 31°54′E46°42′N, 31°54′E |
Cartografia | |
Mappa delle principali colonie greche sulle coste del Mar Nero tra l'VIII e il III secolo a.C. |
Fondata da coloni milesi tra il 646 e il 645 a.C. divenne uno dei principali porti per gli scambi nel Mar Nero e dopo la fondazione delle prime colonie in Crimea rimase il principale centro di scambio tra Greci e Sciti. Tra il VI ed il V secolo a.C. la città passò sotto l'area d'influenza di Atene sebbene rimanesse un dominio degli Sciti. Dopo un periodo di sostanziale prosperità Olbia fu messa in difficoltà prima dalla guerra col Regno di Macedonia, sotto Filippo II e poi Alessandro, e poi dal caos regnante nella regione in seguito all'invasione celtica dei Balcani e alle pressioni esercitate dai Sarmati. Rimasta fedele ai padroni sciti, la città fu poi conquistata dal Regno del Ponto e messa a ferro e fuoco nel 50 a.C. dai Geti. Ripresasi piuttosto rapidamente, Olbia mantenne una certa indipendenza sotto l'Impero romano, venendo poi inclusa nella provincia della Mesia inferiore. La scarsa presenza di monete coniate dopo Alessandro Severo lascia intuire che la città sia rimasta abitata fino al III-IV secolo per poi essere conquistata probabilmente dai Goti.[1]
Il suo porto era uno dei principali scali del Mar Nero per l'esportazione di cereali, pesci e schiavi verso la Grecia e per l'importazione di manufatti prima dell'Asia minore e poi dell'Attica nella Scizia[2].