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ideologia e movimento politico di estrema destra Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il neonazismo è un insieme di movimenti sociali o politici nati dopo la seconda guerra mondiale con l'intento di rianimare e attuare l'ideologia del nazismo. I neonazisti cercano di impiegare la loro ideologia per promuovere l'odio verso le minoranze o, in alcuni casi, per creare uno Stato politico nazista.[1][2] Si tratta di un fenomeno globale, con rappresentanze organizzate in molti paesi, che si rifà alla politica nazista e ne comprende elementi come l'ultranazionalismo, il razzismo, la xenofobia, l'omofobia, l'antiziganismo, l'antisemitismo, l'anticomunismo, l'antiamericanismo e l’antifemminismo, con l'obiettivo di creare un Quarto Reich. La negazione dell'Olocausto è una caratteristica comune, così come l'incorporazione dei simboli della Germania nazista e l'apologia di Adolf Hitler. Poiché nell'immaginario collettivo e anche all'interno dei vari ordinamenti giuridici il nazismo è un'ideologia da condannare, tali movimenti non usano i termini neonazismo o neofascismo per descrivere se stessi.
In Germania, con l'avvio del processo di denazificazione dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, è stata espressamente vietata nella Costituzione tedesca la rifondazione di partiti neonazisti. Due sono i partiti politici ad essere stati banditi nella Germania Ovest: un erede diretto del partito nazista, il Partito Socialista del Reich (SRP) nel 1952 e il Partito Comunista di Germania (KPD) nel 1956. Nel 2016 i governatori di cinque Länder hanno chiesto lo scioglimento del Partito Nazionaldemocratico di Germania (NPD), fondato nel 1964, che ha totalizzato appena l’1,3% alle elezioni ultime nazionali e non ha mai superato la soglia del 5% prevista per entrare nel Parlamento nazionale, ma che vanta un seggio nel Parlamento europeo[3]. Nel gennaio 2017 la Corte costituzionale tedesca ha respinto la richiesta[4].
Dopo la seconda guerra mondiale, il movimento neonazista ha avuto una certa diffusione negli Stati Uniti, dove, nel febbraio del 1959, fu fondato il Partito Nazista Americano (ANP), guidato da George Lincoln Rockwell, che ne rimase a capo fino al suo assassinio, avvenuto nel 1967. Il neonazismo statunitense presenta alcune peculiarità rispetto al nazismo originale: ovviamente non sostiene la superiorità della razza ariana, ma in generale della razza bianca. Inoltre, all'antisemitismo il nazismo americano unisce l'odio per i neri.
Un'altra organizzazione neonazista americana è Aryan Nation, fondata nell'Idaho negli anni settanta da Richard Girnt Butler. Questo gruppo, marcatamente cristiano e antisemita, ha come motto "White Power", potere bianco, fra i suoi adepti.
Ci sono anche altri gruppi neonazisti negli Stati Uniti, con nomi e caratteristiche diverse, ma tutti simili nell'ideologia. Spesso, accanto a questi gruppi viene messo anche il Ku Klux Klan, che ha collaborato in vari periodi con i gruppi neonazisti statunitensi e con i quali condivide il razzismo verso i neri. Nel corso degli anni, i gruppi neonazisti si sono resi protagonisti di manifestazioni e "marce" su alcune città americane, che sono state osteggiate dai cittadini. La più famosa fu quella su Skokie, in Illinois, cittadina abitata da una nutrita comunità ebraica, che fu impedita dalla forte reazione della popolazione. I nazisti americani sono ritenuti colpevoli di alcuni omicidi politici, perlopiù a danno di israeliti o afroamericani. Il Movimento Nazionale Socialista ha attratto a sé nazionalisti bianchi e fuoriusciti dal Partito Nazista Americano.
Questi gruppi comunque rimangono esigue minoranze nella politica americana e non hanno alcun potere sulla scena politica nazionale.
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