Storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani (1896-1954)
movimento sociale statunitense (1896-1954) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti d'America consta di una lunga serie di eventi, basati principalmente sulla resistenza nonviolenta, che avevano l'obiettivo di ottenere i pieni diritti civili e l'uguaglianza sociale per tutti i cittadini degli Stati Uniti. Il movimento ebbe un duraturo impatto sulla società civile, in particolare sull'accettazione sociale e giuridica dell'uguaglianza dei diritti e sull'accresciuta consapevolezza della diffusione e del costo del razzismo negli Stati Uniti.
Il moto iniziale si era avuto subito dopo la fine della guerra di secessione, con il primo movimento per i diritti civili e le sue battaglie per l'integrazione e la parità, contro il linciaggio, la segregazione razziale e le leggi contro la mescolanza razziale.
Il moto conclusivo si sarebbe avuto nel periodo 1954-1968, durante il quale furono ottenute le richieste di eguaglianza, almeno formale, ponendo fine alla segregazione ancora vigente soprattutto negli Stati Uniti meridionali, grazie all'azione politica e al supporto di associazioni facenti capo al riformismo e al pacifismo.
Due decisioni adottate dalla Corte Suprema, una nel caso Plessy contro Ferguson del 1896 (163 US 537[1]) in cui sostenne che la linea razzista del "separati ma uguali" come dottrina non era in contrasto con la Costituzione degli Stati Uniti, e l'altra nel caso Brown contro Board of Education del 1954, in cui ribaltò il giudizio di 58 anni prima, dichiarando incostituzionale la segregazione scolastica, servono come date di inizio e di fine di questo periodo[2].
In questo periodo si assistette alla nascita e allo sviluppo di alcuni movimenti come l'Universal Negro Improvement Association and African Communities League di Marcus Garvey, di grande successo ma con al contempo un'eredità di non lunga durata, e di altri come la National Association for the Advancement of Colored People con il suo metodo di attacco per vie legali contro il sistema segregazionista appoggiato dal governo, che riuscirono ad ottenere risultati modesti nei primi anni ma con effetti progressivi, costruendo gradualmente le fondamenta per la vittoria del 1954.
Subito dopo il 1865 i diritti legali degli afroamericani cominciarono ad essere estesi. Il Congresso approvò il XIII emendamento che scriveva nella Costituzione la fine della schiavitù; non venivano però ancora forniti né la cittadinanza né i pieni diritti. Fu il XIV emendamento a concedere, nel 1868, la cittadinanza agli afroamericani. A tutte le persone nate all'interno dei confini federali vennero estese pari protezione secondo le leggi.
Il XV emendamento, ratificato nel 1870, affermò che la "razza" non poteva essere utilizzata come ragione per privare gli uomini del loro diritto di voto. Durante l'era della Ricostruzione le truppe settentrionali occuparono militarmente il Sud e, con la collaborazione del "Freedmen's Bureau", cercarono di far applicare i nuovi emendamenti. Molti dirigenti neri vennero per la prima volta eletti negli uffici locali e statali; la maggioranza di loro si organizzò in gruppi comunitari, in particolar modo per sostenere l'istruzione pubblica.
La Ricostruzione si concluse con il "compromesso del 1877" tra le élite bianche del Nord e quelle meridionali[3], che sanciva l'accettazione dell'esito delle contestate elezioni presidenziali del 1876, a favore del candidato del partito Repubblicano Rutherford B. Hayes sostenuto dagli stati nordisti, sul suo avversario Samuel J. Tilden: in cambio della fine dell'ostruzionismo al Congresso della ratifica della vittoria di Hayes, il compromesso implicava il ritiro delle truppe federali dal Sud. Negli anni successivi, senza l'esercito federale come garante e osservatore, gli elettori neri furono progressivamente estromessi dalle elezioni negli Stati ex confederati, tramite la violenza, la frode ed espedienti legali, permettendo il tal modo ai bianchi americani di riconquistare il potere in tutto il profondo Sud.
Il "compromesso" e il ritiro delle truppe federali permisero al partito Democratico di avere più libertà d'imporre e far applicare pratiche di palese discriminazione razziale. Molti afroamericani risposero abbandonando il Sud in quello che è passato alla storia come exoduster, l'esodo dei neri in direzione del Kansas nel 1879 (la prima grande migrazione afroamericana della storia degli Stati Uniti d'America.
I Repubblicani radicali, che avevano guidato tutta la fase della "Ricostruzione", tentarono di eliminare le discriminazioni sia governative sia private, tramite nuove leggi. Un tal sforzo si esaurì in gran parte a seguito della decisione della Corte suprema nei Casi dei diritti civili del 1883 (109 US 3) in cui dichiarò che il XIV emendamento non concedeva al Congresso il potere di mettere fuorilegge la discriminazione razziale da parte di privati o imprese[4].