Loading AI tools
accordo internazionale del 2015 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Protocollo di Minsk II, conosciuto anche come Minsk II o MinskII, è un accordo, stipulato nel vertice tenutosi a Minsk l'11 febbraio 2015, tra i capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania: il processo negoziale che era iniziato l'anno prima nella stessa città portò all'approvazione di un pacchetto di misure per alleviare l'ancora in corso guerra del Donbass.[1][2][3][4][5]
Protocollo di Minsk II | |
---|---|
Contesto | Guerra del Donbass |
Firma | 11 febbraio 2015 |
Luogo | Minsk, Bielorussia |
Parti | Ucraina Russia |
Mediatori | Francia Germania |
Firmatari | Vladimir Putin Petro Porošenko |
voci di trattati presenti su Wikipedia |
L'iniziativa del Quartetto Normandia[6] ridiede impulso al negoziato da loro stessi inaugurato propiziando il primo Protocollo di Minsk, siglato il 5 settembre 2014. Per l'attuazione del primo protocollo si era scelto di valorizzare il canale del Gruppo di Contatto Trilaterale sull'Ucraina, con il coinvolgimento dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE): eppure fu dopo il crollo del "cessate il fuoco" del Protocollo di Minsk, nel gennaio-febbraio 2015, che le discussioni tra i Quattro portarono ad un accordo, supervisionato dall'OSCE.
Il nuovo pacchetto di misure è nato per dar nuovo slancio ad un accordo tra i contendenti, ma i suoi seguiti[7] per anni non si sono spinti oltre al consolidamento di nuovo armistizio.
Il testo del protocollo è composto da 13 punti, di seguito sinteticamente elencati:[8]
Soltanto il 9 dicembre 2019 un nuovo vertice del Quartetto Normandia a Parigi ha sbloccato uno scambio di prigionieri[9] ed ha prefigurato una modifica costituzionale che garantisca ampia autonomia ai russofoni ucraini, secondo la proposta affacciata nel 2016 dall'allora ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.[10]
Nel maggio del 2022 Petro Porošenko ha dichiarato in un'intervista al Financial Times che gli accordi di Minsk sono stati un successo in quanto avevano mantenuto i russi oltre i confini dell'Ucraina congelando il conflitto ma concedendo del tempo al paese per ripristinare l’economia e creare delle potenti forze armate.[11][12]
Angela Merkel, in un'intervista alla rivista Die Zeit nel dicembre del 2022,[13] ha dichiarato che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra, ma che sono stati un tentativo "di dare tempo all'Ucraina" di ricostruire il suo esercito.[14][15][16]
François Hollande, in un'intervista a Stefano Montefiori per il Corriere della Sera del 15 febbraio 2023 (p. 19), conferma la dichiarazione di Angela Merkel dicendo: "quegli accordi hanno dato all'Ucraina una cosa fondamentale: il tempo. Sette anni che hanno permesso a Kiev di prepararsi e poi di resistere all'invasione."[17]
Gli accordi di Minsk del 2014 e del 2015 furono difatti firmati dai rappresentanti ucraini in una situazione di ricatto militare e di parziale occupazione del Paese: la federalizzazione che presagivano avrebbe difatti incluso due enclave dittatoriali controllate dalla Russia, che avrebbe quindi avuto ai suoi ordini dei propri rappresentanti nel Parlamento a Kiev.[18][19]
Nonostante i protocolli di Minsk prevedessero il ritiro di tutte le forze straniere, la Russia non ritirò mai i suoi uomini dalle regioni ucraine perché, ufficialmente, continuò a negare che vi fossero soldati russi impiegati in quel territorio e, negli anni successivi, invierà ulteriori militari nel Donbass.[20]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.