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raccolta poetica di Gabriele D'Annunzio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Merope. Canti della guerra d'oltremare è un libro di poesie di Gabriele D'Annunzio. È considerato il quarto volume delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Il sottotitolo deriva dal fatto che essa è principalmente la celebrazione della guerra italo-turca per il possesso della Libia.
Merope | |
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Frontespizio dell'edizione 1912 | |
Autore | Gabriele D'Annunzio |
1ª ed. originale | 1915 |
Genere | poesia |
Lingua originale | italiano |
Serie | Laudi |
Preceduto da | Alcyone |
Seguito da | Asterope |
L'opera fu scritta da d'Annunzio nel 1912 per celebrare l'impresa italiana in Libia, tuttavia una delle dieci canzoni dell'opera: Canzoni dei Dardanelli, fu giudicata di stampo razzista, e dunque censurata, a causa di una violenta invettiva rivolta contro l'Austria-Ungheria a quell'epoca parte come l'Italia della Triplice Alleanza, oltre che contro l'Impero ottomano.
«E quei che verso il Reno ora digrigna
ed or sorride livido di bile
col ceffo nella sua birra sanguigna,
l’invasor che sconobbe ogni gentile
virtù, l’atroce lanzo che percosse
vecchi e donne col calcio del fucile,
il saccardo che mai non si commosse
al dolore dei vinti e lordò tutto
del fango appreso alle sue suola grosse,
(...)
Egli è l’angelicato impiccatore,
l’Angelo della forca sempiterna.
Mantova fosca, spalti di Belfiore,
fosse di Lombardia, curva Trieste,
si vide mai miracolo maggiore?
La schifiltà dell’Aquila a due teste,
che rivomisce, come l’avvoltoio,
le carni dei cadaveri indigeste!
Altro portento. Il canapo scorsoio
che si muta in cordiglio intemerato
a cingere il carnefice squarquoio
mentre ogni notte in sogno è schiaffeggiato
da quella mozza man piena d’anelli
che insanguinò la tasca del Croato!
(...)
Oh Alleanza mistica, salute!
Cantar voglio le tre sotto il posticcio
turbante auguste Podestà chercute
e d’austriaco sevo unto il molliccio
soldan che ascolta il suo martirologio
col bianco pelo irto per raccapriccio.»
L'opera fu ripubblicata integralmente nel 1915, nel mezzo della prima guerra mondiale. Anche in questo periodo l'opera fu giudicata razzista.
Le canzoni in terzine celebrano le vicende storiche e semi-leggendarie dell'impresa dell'Italia in Libia nei primi anni del 1900. Cantando ciò, D'Annunzio, come nei precedenti libri delle Laudi, traccia intermezzi che alludono ad alte imprese italiane compiute nel Medioevo, piangendo ad esempio la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi, oppure la vicenda della sconfitta di questi a Lepanto.
I temi sono puramente di stampo bellico e patriottico, nonché pieni di riferimenti culturali all'epica e all'arte della poesia. Infatti d'Annunzio fa molte allusioni, per quanto riguarda la canzone dei Dardanelli, alle battaglie combattute dalla Grecia contro Troia nell'Iliade.
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