Giacomo Matteotti
politico, giornalista e antifascista italiano (1885-1924) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924[1]) è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano al Congresso di Roma dell'ottobre 1922.
Giacomo Matteotti | |
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Segretario del Partito Socialista Unitario | |
Durata mandato | 8 ottobre 1922 – 10 giugno 1924 |
Predecessore | Carica istituita |
Successore | Carlo Rosselli Giuseppe Saragat Claudio Treves |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 1º dicembre 1919 – 10 giugno 1924 |
Legislatura | XXV, XXVI, XXVII |
Gruppo parlamentare | Socialista |
Collegio | Ferrara (XXV), Padova (XXVI) e Veneto (XXVI) |
Sito istituzionale | |
Sindaco di Villamarzana | |
Durata mandato | 3 ottobre 1912 – 10 agosto 1914 |
Dati generali | |
Partito politico | PSI (1904-1922) PSU (1922-1924) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Bologna |
Professione | Pubblicista |
Firma |
Fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini.[2] Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto 1924.
Il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la «responsabilità politica, morale e storica» del clima nel quale l'assassinio si era verificato.[3] A tale discorso fece seguito, nel giro di due anni, l'approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell'Aventino come protesta per il delitto Matteotti.