Loading AI tools
apr Lockheed Corporation Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Lockheed D-21 fu un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) da ricognizione dell'aeronautica militare degli Stati Uniti con velocità massima nell'ordine dei Mach 3, che era stato progettato per operare su aree con una forte difesa antiaerea.
Lockheed D-21/M-21 | |
---|---|
Vista della combinazione M-21/D-21 | |
Descrizione | |
Tipo | APR da ricognizione strategica ad alta quota |
Progettista | Clarence Johnson |
Costruttore | Lockheed Corporation |
Data ordine | ottobre 1962 |
Data primo volo | 22 dicembre 1964 |
Data entrata in servizio | 1969 |
Utilizzatore principale | USAF |
Esemplari | 3 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 13,06 m |
Apertura alare | 6,02 m |
Altezza | 2,14 m |
Peso carico | 5 000 kg al lancio |
Propulsione | |
Motore | uno statoreattore Marquardt XRJ43-MA-20S-4 |
Spinta | 680 kgf |
Prestazioni | |
Velocità max | tra 2 495 e 4 250 km/h |
Autonomia | 5 969 km (massimo dimostrato) |
Tangenza | 19 975 m |
Note | dati riferiti alla versione D-21. Come aereo-madre furono utilizzati prima un Lockheed M-21, poi un Boeing B-52 modificato. |
voci di aeromobili a pilotaggio remoto presenti su Wikipedia |
Sviluppato a partire dai primi anni sessanta, ne era previsto il lancio da un aereo-vettore (prima un Lockheed A-12 modificato, poi un Boeing B-52). Tuttavia, a causa di problemi tecnici e degli scarsissimi risultati ottenuti, nonché dello sviluppo dei satelliti da osservazione, il programma venne interrotto nel 1971.
La necessità, per l'USAF, di disporre di un aereo da ricognizione ad altissime prestazioni emerse nel 1960, in seguito all'abbattimento di un Lockheed U-2 in Unione Sovietica. Questo requisito si concretizzò con il Lockheed A-12, da cui sarebbe poi derivato l'SR-71 Blackbird.
Tuttavia, lo stesso progettista della Lockheed, Kelly Johnson, propose anche un drone “a perdere”, con una velocità elevatissima e difficile da abbattere. Lo scopo era avere un aereo in grado di penetrare in zone particolarmente difese, svolgendo missioni da ricognizione fotografica strategica ad alto rischio. Tutto questo era già stato teorizzato in uno studio precedente, che aveva preso il nome di L-171.
Tuttavia, l'A-12, allora in fase di sviluppo, era troppo grande e complicato per essere utilizzato come drone, e si decise che la tecnologia sarebbe stata utilizzata per un aereo di dimensioni inferiori. Quindi, utilizzando un apposito fondo speciale per i “Black Projects”, nell'ottobre 1962 l'USAF finanziò gli studi per un drone che avrebbe dovuto avere una struttura di base simile a quella dell'A-12. Il progetto relativo a tale velivolo, chiamato Q-12, vide la luce nell'ottobre 1963.
La struttura del Q-12 era molto simile a quella del Lockheed A-12, sul progetto del quale era ampiamente basato. Il drone era motorizzato con uno statoreattore Marquardt XRJ43-MA-20S-4 da 680 kg di spinta. Considerando il tipo di propulsione, era necessario disporre di un aereo-vettore con una velocità particolarmente elevata. L'aereo in questione sarebbe stato l'A-12.
Per svolgere la sua missione da ricognizione, il Q-12 imbarcava una singola fotocamera ad alta risoluzione. Visto che si trattava di un aereo a perdere, si pose il problema del recupero. Tale problema fu risolto sistemando l'attrezzatura da ricognizione in una capsula. Finita la missione, il drone avrebbe dovuto raggiungere un'area “amica” e qui sganciare la capsula con le informazioni raccolte. Il drone si sarebbe distrutto, mentre la capsula sarebbe stata recuperata al volo da un HC-130 (oppure recuperata in mare, come successivamente si tentò di fare).
Verso la fine del 1963, il programma ricevette il nome di Tagboard. Il drone fu ridisegnato D-21, mentre l'A-12 da usare come vettore ricevette il nome di M-21. I due nomi non erano casuali: infatti, D stava per daughter (figlia), mentre M era per mother (madre).
Gli A-12 scelti per essere utilizzati come vettori del D-21 erano due. Nello specifico, si trattava di quelli con le matricole militari 60-6940 e 60-6941, che furono sottoposti ad alcune modifiche. Infatti, per sistemare il drone fu necessario montare un pilone, che fu sistemato al centro della fusoliera tra i piani di coda. Il D-21 era posizionato con il muso rivolto verso l'alto. Inoltre, nel posto del navigatore, venne aggiunto un periscopio per permettere l'osservazione del drone. Inizialmente furono ordinati sette D-21, in modo da poter procedere ai lanci di prova.
La combinazione M-21/D-21 volò per la prima volta il 22 dicembre 1964, ed i test proseguirono fino al 1965. I primi voli (senza lancio del drone) mostrarono la necessità di approntare alcune modifiche alla struttura del D-21. Infatti, fu necessario rimuoverne alcune parti, visto che se si superavano i Mach 3 si rischiava di danneggiare l'aereo.
Complessivamente, furono effettuati quattro lanci di un D-21 da un M-21, tutti tra il marzo ed il luglio 1966.
Quello del 30 luglio fu l'ultimo lancio da un M-21. Il fatto che la manovra di sganciamento fosse molto pericolosa era emerso già dopo il primo lancio, quando lo stesso Clarence Johnson propose di utilizzare un B-52 modificato. In seguito al mortale incidente si decise di cambiare vettore.
Il programma riguardante il lancio di un D-21 da un B-52 prese il nome di Senior Bowl. Tuttavia, fu necessario approntare alcune modifiche al drone, visto che la velocità dell'aero-vettore era troppo bassa per permettere il funzionamento dello statoreattore. Il problema fu risolto modificando il D-21 con l'aggiunta di un booster a propellente solido lungo 13,5 metri e pesante 6.025 kg, con una spinta di 12.380 kg. Il drone così modificato prese il nome di D-21B (la versione precedente, quindi, venne chiamata D-21A).
Per i lanci, furono predisposti due B-52, che erano in grado (almeno in teoria) di lanciare due D-21 contemporaneamente. I droni venivano portati agganciati sotto le ali.
I test di volo del D-21 lanciato dal B-52 iniziarono nel settembre 1967 e proseguirono fino al luglio 1969. Complessivamente, si trattò di dodici lanci, molti dei quali falliti.
I responsabili, considerando i risultati positivi conseguiti con gli ultimi due lanci, decisero quindi di passare alla fase operativa.
Il D-21 fu utilizzato per spiare il poligono nucleare cinese di Lop Nor, sul quale vi erano pochissime informazioni. Complessivamente, furono condotte quattro missioni operative.
In seguito al fallimento, si decise di compiere un ulteriore volo di prova. Questo ebbe luogo il 20 febbraio 1970 e fu coronato da successo.
Il programma relativo al D-21 venne sospeso nel luglio 1971, a causa della bassa percentuale di successi. Inoltre, i progressi nel campo dei satelliti da ricognizione resero sostanzialmente inutile un sistema d'arma di questo tipo.
I D-21 superstiti furono ridisegnati GTD-21B e sistemati in un magazzino presso la Davis-Monthan Air Force Base, nei pressi di Tucson. In seguito, quattro esemplari vennero consegnati alla NASA, che alla fine degli anni novanta pensò di utilizzarli per lo sviluppo di un sistema di propulsione. Alla fine, non se ne fece nulla, visto che la NASA preferì poi ripiegare su una versione dell'X-43. Gli altri D-21 rimasti furono ceduti a musei. Oggi ne esistono ancora otto.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.