L'uomo senza qualità
romanzo scritto da Robert Musil / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'uomo senza qualità (Der Mann ohne Eigenschaften) è un romanzo incompiuto suddiviso in tre parti dello scrittore austriaco Robert Musil; i primi due volumi vengono pubblicati a Berlino rispettivamente nel 1930 e 1933, mentre il terzo volume viene pubblicato postumo nel 1943.
L'uomo senza qualità | |
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Titolo originale | Der Mann ohne Eigenschaften |
Autore | Robert Musil |
1ª ed. originale | 1930-1942 |
1ª ed. italiana | 1956-1962 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | tedesco |
Ambientazione | Vienna, Kakania (ovvero l'Impero Austro-ungarico da Kaiser-Königlich, Imperial-Regio, abbreviato in KK pronunciato 'ka-ka') |
Personaggi | Ulrich, Bonadea, Moosbrugger, Clarisse, Diotima, Walter, Agathe, Paul Arnheim, Lindner |
Si tratta di una delle opere più importanti della letteratura mondiale, caratterizzato dall'essere un'opera monumentale, il lavoro di un'intera vita, come lo è stata Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust e, almeno in parte, l'Ulisse di James Joyce.
Inizialmente pensato come grande romanzo autobiografico, seppur scritto in terza persona, e ambientato nei primi anni del secolo, non viene portato a termine dall'autore, che ci lavora fino agli ultimi momenti della sua vita; ha un'originalissima struttura in quanto contiene ampi stralci di tipo saggistico di temi storico-filosofici. In Italia è stato tradotto prima da Anita Rho per la Giulio Einaudi Editore e in seguito da Ada Vigliani per i Meridiani Mondadori.
Il romanzo è ambientato in quella che è a tutti gli effetti Vienna, capitale di un grande impero pluri-etnico detto Kakanien (reso in italiano come "Cacania"). «Nell'Austria degli Absburgo tutto era imperial-regio, Kaiserlich-Königlich, abbreviato in K. K. che si pronuncia kaka».[1] Usata per indicare lo status dell'Impero austro-ungarico come Doppia Monarchia, kaka evoca in tedesco la parola infantile che indica le feci (Kacka) e κακός (kakós), che in greco significa "cattivo". Quindi Musil usa l'espressione per simboleggiare la mancanza di coerenza politica, amministrativa e sentimentale nell'Austria-Ungheria.
La storia narra la vicenda esistenziale e spirituale di Ulrich: una specie di "uomo ideale" che, riassumendo in sé tutte le qualità o, meglio, le "non-qualità" del secolo appena iniziato, il Novecento, vive parzialmente alienato dal "mondo reale" e del tutto privo di autentici interessi.
Immerso com'è in un anti-umanesimo filosofico di stampo nietzschiano (l'influenza del pensiero di Friedrich Nietzsche è amplissima all'interno dell'opera) il protagonista stesso descrive questa sua situazione come una vera e propria malattia della volontà. Quando ad esempio Ulrich "desidera" salvare il criminale Moosbrugger è guidato da una filosofia prima che da un senso della realtà, totalmente alienato dal senso comune.
Il particolare atteggiamento narrativo di Musil, che lui stesso definisce del "saggismo", contribuisce a rendere questo mostruoso e straordinario libro una vera e propria bibbia del Decadentismo, esattamente alla maniera di Thomas Mann.