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concetto che si propaga attraverso internet Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un meme di Internet, o fenomeno di internet, è un personaggio o un'azione che si propaga attraverso Internet tramite GIF, audio o video e che diviene improvvisamente celebre. Può talvolta essere anche una parola o una frase che riesce a diffondersi attraverso social network, blog e posta elettronica.
L'uso di questo termine è stato proposto la prima volta da Mike Godwin nel 1994 in un articolo su Wired[1]. Nel 2013 Richard Dawkins ha definito i memi di Internet come memi che vengono deliberatamente modificati dalla creatività umana, essendo quindi diversi sia dai geni biologici sia dai memi pre-Internet (i quali sarebbero soggetti a mutazioni casuali e si diffonderebbero tramite un procedimento analogo alla selezione naturale)[2]. Egli sostiene quindi che sia avvenuto un cambio di rotta, essendosi l'idea di meme modificata ed evoluta in una nuova direzione.[3] Inoltre, i memi di Internet godono di un'altra proprietà di cui i memi normali non godono: essi lasciano un'impronta nei media attraverso i quali si propagano, il che li rende tracciabili e analizzabili.
L'assenza di confini fisici della rete tende a favorire una rapida diffusione di idee e novità, specialmente se queste hanno contenuti umoristici o bizzarri. In molti casi proprio se il motivo della diffusione è essenzialmente goliardico, la cosa di cui si diffonde la notizia è priva di un reale contenuto; e proprio per questo viene giocosamente ripetuta da chi è a conoscenza del "fenomeno" (spesso generando una distinzione netta fra chi prende parte al fenomeno e chi, non avendo capito di cosa si tratta, non comprende l'importanza, spesso effettivamente nulla, di quello a cui "tutti" alludono) o per riflettere sulla natura della civiltà.
In genere un meme di Internet tende a perdere visibilità con la stessa velocità con cui la acquisisce; in ogni caso per la natura stessa della rete tracce del "passaggio" del meme tendono a restare sparse nella rete, a disposizione di chi volesse reperirle usando, per esempio, un motore di ricerca. È comunque quasi impossibile valutare accuratamente la popolarità assoluta di un meme di Internet; molti si sviluppano in comunità specifiche e vi rimangono confinati, altri si diffondono in modi trasversali e giungono anche in contesti in cui l'origine stessa del meme appare indecifrabile.
La facilità e velocità con cui attualmente possono essere spedite le e-mail ha reso possibile la diffusione e la crescita esponenziale di catene di sant'Antonio e bufale, che rappresentano una percentuale rilevante dello spam circolante. Le catene di sant'Antonio sono messaggi che si autopropagano via mail, promettendo fortuna a chi le diffonde (e sfortuna a chi non lo fa), o premi in denaro (cosa che ovviamente non avviene mai) o messaggi moraleggianti o storie strappalacrime regolarmente false; anche in questo caso il meccanismo per cui sia più facile inoltrare la mail che verificarne la veridicità fa sì che molte bufale abbiano ancora un seguito e una diffusione dopo molti anni.
È l'effetto per cui un tentativo di censurare o rimuovere una informazione provoca al contrario l'ampia pubblicizzazione dell'informazione stessa. Trae il nome da un caso del 2003 nel quale Barbra Streisand citò in giudizio il fotografo Kenneth Adelman e il sito Pictopia.com nel tentativo di limitare la diffusione di una fotografia aerea della sua villa in California. Il sito web di Adelman ottenne il primato di visite e la foto della villa venne diffusa e ripresa da decine di siti Internet, tanto che è tuttora disponibile e facilmente reperibile con i motori di ricerca.
Il concetto di "meme" è stato formulato per la prima volta nel saggio di Richard Dawkins Il gene egoista (1976), nel quale i vari aspetti della cultura si replicano, mutano ed evolvono (la cosiddetta memetica). Le emoticon sono tra i primi esempi di meme su Internet, come conferma, ad esempio, l'emoticon sorridente ":-)", introdotta da Scott Fahlman nel 1982.[8] Il concetto di "meme" in un contesto online venne formulato da Mike Godwin nel volume di giugno del 1993 della rivista Wired.[9] Nel 2013 Dawkins sostenne che quelli di Internet sono meme deliberatamente alterati dalla creatività umana, diversi dai geni biologici e dai loro concetti di meme pre-Internet, che prevedevano la mutazione mediante cambiamento casuale e la diffusione attraverso una replica accurata, come avviene nel caso della selezione darwiniana. Dawkins sostiene che i meme di Internet sono quindi un "dirottamento dell'idea originale", capaci di evolversi attraverso il concetto stesso di meme in questa nuova direzione.[10] Tuttavia, nel 2013, Limor Shifman consolidò il rapporto dei meme con la cultura di Internet e rielaborò il concetto di Dawkins per i contesti online.[11] Tale associazione dimostrò di essere empiricamente preziosa dal momento che i meme di Internet portano con sé una proprietà aggiuntiva che quelli di Dawkins non hanno: i meme di Internet lasciano un'impronta nei media attraverso i quali si propagano (ad esempio, le reti sociali) che li rende tracciabili e analizzabili.[12]
Tuttavia, prima che i meme di Internet fossero presi in considerazione in ambito accademico, erano inizialmente un riferimento colloquiale alla comunicazione visiva umoristica online tra la metà e la fine degli anni novanta tra i frequenti utilizzatori di Internet; i primi meme di Internet, come il Dancing Baby e l'Hampster Dance,[13] venivano diffusi principalmente tramite forum, gruppi Usenet e messaggi di posta elettronica ed erano solitamente più duraturi rispetto a quelli odierni.[14]
I meme si evolsero di pari passo con i protocolli virtuali. I Lolcat hanno avuto origine dal sito web di imageboard 4chan, diventando il prototipo del formato "image macro" (un'immagine sulla quale è posto un testo di grandi dimensioni).[14] Tra i primi meme basati su immagini vi sono i "demotivator" (parodie di poster motivazionali), immagini modificate con Photoshop, fumetti (come i "rage comic"),[15][16] e fan art di anime,[17] a volte realizzati nei circoli dōjin. Dopo la nascita di YouTube nel 2005, emersero meme in formato video come il Rickrolling e video virali come quelli di Gangnam Style e del ballo Harlem Shake.[14][18] La comparsa di siti web di social media come Twitter, Facebook e Instagram contribuì alla nascita di ulteriori mezzi per diffondere i meme[19] e la creazione di siti web generatori di meme ha semplificato la loro creazione.[14]
Numerosi meme contemporanei giocano con il concetto di assurdo e risultano bizzarri e/o surreali tanto nell'umorismo quanto nel modo di presentarsi. Lo confermano ad esempio i "dank" (lett. "umido"), saliti alla ribalta nel 2014 e caratterizzati da immagini con colori molto saturi e suoni sgradevoli[20] e i "deep-fried" (lett. "sottoposti a frittura profonda"), che vengono sottoposti a una compressione dati con perdita.[21][22]
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