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economista e politico greco (1961-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gianīs Varoufakīs (IPA: [ˈʝanis vaɾuˈfacis]; in greco: Γιάνης Βαρουφάκης), translitterato anche come Yanis Varoufakis, all'anagrafe Iōannīs Geōrgiou Varoufakīs[1][2][3] (in greco Ιωάννης Γεωργίου Βαρουφάκης?; Atene, 24 marzo 1961) è un economista e politico greco naturalizzato australiano.
Gianīs Varoufakīs Γιάνης Βαρουφάκης | |
---|---|
Ministro delle Finanze della Repubblica Ellenica | |
Durata mandato | 27 gennaio 2015 – 6 luglio 2015 |
Capo del governo | Alexīs Tsipras |
Predecessore | Gikas Hardouvelis |
Successore | Eukleidīs Tsakalōtos |
Segretario del MeRA25 | |
In carica | |
Inizio mandato | 26 marzo 2018 |
Predecessore | carica creata |
Membro del Parlamento ellenico | |
Durata mandato | 25 gennaio 2015 – 20 settembre 2015 |
Legislatura | XVI |
Gruppo parlamentare | Syriza, poi Indipendente |
Circoscrizione | Atene B |
Durata mandato | 8 luglio 2019 – 28 maggio 2023 |
Legislatura | XVIII |
Gruppo parlamentare | MeRA25 |
Circoscrizione | Salonicco A |
Dati generali | |
Partito politico | MeRA25 (dal 2018) In precedenza: SYRIZA (2012-2015) PASOK (fino al 2012) |
Titolo di studio | Laurea in matematica e statistica, dottorato in economia |
Università | Università dell'Essex |
Professione | professore universitario |
Ricercatore eterodosso d'impostazione post-keynesiana, con il proprio ambito di studi incentrato sull'applicazione della teoria dei giochi nel campo della macroeconomia e soprattutto dell'economia politica, è docente di teoria economica presso l'università di Atene ed è stato Ministro delle Finanze nel primo Governo Tsipras. A seguito poi dell'andamento farraginoso delle trattative tra il governo e l'Eurogruppo sulla negoziazione del debito pubblico greco, ha rassegnato le proprie dimissioni ed è fuoriuscito pure da SYRIZA (presso cui era entrato a far parte dopo anni di militanza nelle file del PASOK), venendo perciò sostituito da Eukleidīs Tsakalōtos quale nuovo Ministro delle Finanze.
Nel febbraio 2016 ha poi lanciato un proprio movimento politico, il Movimento per la democrazia in Europa 2025 (DiEM25), atto a promuovere una riforma radicale della struttura politico-economica dell'Unione europea. Sempre nel 2016 si è poi espresso a favore del remain nel referendum sulla uscita del Regno Unito dall'UE[4] e col suo nuovo partito Fronte della Disobbedienza Realistica Europea (MeRA25), legato a livello europeo al suo stesso DiEM25, è stato eletto deputato al Parlamento ellenico a seguito delle elezioni greche del 2019 mancando però la rielezione nelle elezioni del maggio e giugno 2023.
Dopo la laurea in Statistica Matematica consegue il dottorato in Economia all'Università dell'Essex. Già prima del dottorato aveva iniziato la sua attività di insegnamento, in Economia ed Econometria, presso l'Università dell'Essex e l'Università dell'Anglia Orientale. Nel 1988 trascorre un anno come fellow all'Università di Cambridge. Dal 1989 al 2000 è Senior Lecturer in economia presso l'Università di Sydney. Nel 2000 ritorna in Grecia come professore di Teoria Economica all'Università di Atene, dove nel 2002 istituisce il The University of Athens Doctoral Program in Economics (UADPhilEcon) che dirige fino al 2008. Da gennaio 2013 a gennaio 2015 insegna alla Lyndon B. Johnson School of Public Affairs dell'Università del Texas a Austin.[5]
Il 22 gennaio 2015, il Collegio Universitario Internazionale di Torino ha premiato Varoufakīs con una cattedra onoraria in diritto economico comparato e finanza per il suo straordinario contributo teorico alla comprensione della crisi economica globale[6].
Nel 2011 ha pubblicato il libro The Global Minotaur America, Europe and the Future of the Global Economy sul funzionamento dell'economia globale. Secondo Varoufakis dal 1970 fino alla crisi del 2008 l'economia del mondo si è retta su un meccanismo di finanziamento simmetrico del doppio deficit USA, il deficit commerciale e il debito pubblico. L'enorme disavanzo commerciale americano ha prodotto un avanzo finanziario in altri paesi che è stato reinvestito in titoli USA alimentando i periodici boom di borsa. Questo meccanismo globale trova le sue origini nella conferenza di Bretton Woods dove al posto dell'unione monetaria globale proposta dall'economista inglese Keynes venne varato il sistema a cambi fissi ancorati al dollaro (che a sua volta garantiva un rapporto di cambio fisso con l'oro di 35 dollari per oncia). Complementare a questo sistema di cambi fissi fu la ricostruzione dei sistemi economici delle potenze sconfitte Germania e Giappone grazie agli aiuti americani. La chiave del sistema di Bretton Woods era un sistema globale di riciclaggio dei surplus commerciali degli USA verso il resto del mondo. Questo sistema cessò di funzionare nel 1971 quando in seguito alla guerra del Vietnam gli USA si trasformarono da paese in surplus a paese in deficit. E il mantenimento di questo deficit venne garantito dai flussi di capitale che dal resto del mondo affluivano a Wall Street. Il sistema del Minotauro Globale ebbe fine con la crisi del 2008 che rese evidente come Wall Street aveva tratto vantaggio dal meccanismo per generare colossali guadagni privati nel processo di finanziarizzazione. Questo ha fatto perdere attrattiva al sistema bancario americano nei confronti del resto del mondo.
Alle elezioni greche del 2015 si candida con SYRIZA, venendo dunque eletto al parlamento ellenico[7]. Diventa Ministro delle finanze nel governo Tsipras[8].
In occasione del referendum consultivo del 2015, avente per oggetto le proposte dell'Unione europea per il rientro del debito greco, egli ha sostenuto "il NO", dichiarando in un'intervista al quotidiano spagnolo El Mundo:
«Lo que están haciendo con Grecia tiene un nombre: terrorismo. [...] ¿Por qué nos han forzado a cerrar los bancos? Para insuflar el miedo en la gente. Y cuando se trata de extender el terror, a ese fenómeno se le llama terrorismo. Pero confío en que el miedo no gane.»
«Quello che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo. [...] Perché ci hanno costretto a chiudere le banche? Per instillare la paura nella gente. E quando si tratta di diffondere il terrore, questo fenomeno si chiama terrorismo. Ma confido che la paura non vinca.»
Il 6 luglio 2015, con un tweet su Twitter, annuncia le sue dimissioni da Ministro dell'Economia per favorire la trattativa con l'Eurogruppo.[10][11][12]
Secondo un articolo del Wall Street Journal a firma di Stelios Bouras e Nektaria Stamouli del 6 luglio 2015,[13] le dimissioni volontarie di Varoufakīs dall'incarico di Ministro dell'economia, sarebbero in realtà dovute a una sua affermazione circa la possibilità di emettere IOU (I owe you), una specie di promessa scritta di pagamento del debito negoziabile; in pratica una forma di moneta parallela, che consentirebbe la sopravvivenza economica del mercato ellenico.
«Se necessario, pubblicheremo liquidità parallela e in stile californiano di IOU, in formato elettronico.[14] Avremmo dovuto farlo una settimana fa.»[15]
In data 13 luglio 2015 spiega le ragioni delle sue dimissioni, in una intervista al giornale australiano New Statesman; intervista nella quale sostiene che mettendo sotto pressione i partner europei si sarebbero potute ottenere migliori condizioni per la Grecia. Il suo piano, senza dichiarare apertamente una "Grexit", infatti prevedeva di:
Nella riunione tenutasi nella notte del 5 luglio 2015, tra un gruppo ristretto di ministri del gabinetto di governo, la sua proposta - messa a votazione - venne bocciata, rendendo pertanto le sue dimissioni inevitabili. Ciò anche perché, a suo dire, così facendo si sarebbe smesso di negoziare favorendo il gruppo dei paesi creditori.[16][17]
Secondo quanto riferito dal New York Times del 17 luglio 2015 Varoufakis si sarebbe fatto promotore fin dal dicembre 2014 di un "Piano B" per la creazione di un sistema bancario parallelo che rendesse possibile il ritorno della Grecia alla valuta nazionale (dracma), senza passare per la dolorosa transizione caratterizzata da un temporaneo blocco di tutte le transazioni finanziarie.[18]
Nel febbraio 2016 ha fondato DiEM25, un movimento politico per la trasformazione in senso democratico dell'Unione europea.[19]
Il 20 agosto 2018, in un'intervista sul festival del libro sul palco a Edimburgo, Varoufakis ha spinto Jeremy Corbyn, capo del Partito Laburista britannico, a "essere un po' più ambizioso" e a essere maggiormente coinvolto nel movimento progressista internazionale, dicendo "Abbiamo bisogno di un'Internazionale progressista". Il 13 settembre, Varoufakis ha scritto un articolo su The Guardian sulla necessità di un movimento progressista internazionale, insieme a un pezzo simile del senatore progressista americano Bernie Sanders. Il 26 ottobre a Roma, Varoufakis annuncia Progressive International, descritto come un "progetto comune per un New Deal internazionale, una New Bretton Woods progressivo". L'organizzazione è stata lanciata ufficialmente il 30 novembre nella città natale di Sanders, Burlington.
Il 7 luglio 2019, il suo partito Fronte della Disobbedienza Realistica Europea ha superato la soglia necessaria per entrare nel parlamento greco e Varoufakis è stato rieletto deputato.
Nel novembre 2019, insieme ad altri personaggi pubblici, Varoufakis ha firmato una lettera a sostegno del leader del partito laburista Jeremy Corbyn descrivendolo come "un faro di speranza nella lotta contro l'emergente nazionalismo di estrema destra, la xenofobia e il razzismo in gran parte del mondo democratico" e approvato lui alle elezioni generali del Regno Unito del 2019. Nel dicembre 2019, insieme ad altre 42 personalità di spicco della cultura, ha firmato una lettera che approva il Partito laburista sotto la guida di Corbyn nelle elezioni generali del 2019. La lettera affermava che "Il manifesto elettorale di Labour sotto la guida di Jeremy Corbyn offre un piano trasformativo che dà la priorità ai bisogni delle persone e del pianeta rispetto al profitto privato e agli interessi acquisiti di pochi".
Tuttavia alle elezioni legislative del maggio e giugno 2023 il partito ha diminuito il suo consenso non raggiungendo la soglia necessaria ad eleggere deputati.
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