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torta salata a base di patate Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il gattò di patate (o gatò)[1] è una torta salata a base di patate tipica della cucina napoletana.
Gattò di patate | |
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Origini | |
Altri nomi | Gatò |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Campania |
Zona di produzione | città metropolitana di Napoli |
Dettagli | |
Categoria | piatto unico |
L'etimologia della parola ha le sue basi nel francese gâteau, che significa genericamente "torta". Il termine gâteau viene ancora utilizzato per indicare il gattò di patate, ma in modo generico poiché come da tradizione i dolci potevano essere anche salati o agrodolci come i semifreddi e le preparazioni al formaggio tipiche del medioevo. Il termine gâteau è molto generico e può indicare un qualsiasi tipo di torta salata o dolce in particolare è più correttamente tradotto con "sformato di patate".[2]
Dopo il 1768, con le nozze della regina Maria Carolina, figlia di Maria Teresa Lorena-Asburgo, moglie di Ferdinando I Borbone, Napoli divenne luogo di confronto delle grandi cucine europee. La nuova Regina rafforzò nella capitale meridionale il gusto francese e la consuetudine di affidare il servizio di cucina ai "monsieurs", cuochi di alto rango che, a partire da quel tempo, i napoletani cominciarono a chiamare "monzù" ed i siciliani "monsù", dalla corruzione del termine francese. Nell'arco di pochi decenni, assunsero denominazioni francesi alcune tradizionali pietanze partenopee e sicule: il gattò, la pasta al gratin, il crocchè, il ragù, il sartù di riso, il supplì.[3][4]
Gli ingredienti possono variare a seconda della regione e del gusto personale. La ricetta base prevede in genere questi ingredienti:
(le dosi possono variare e, volendo, si può aggiungere del latte, salame, prezzemolo, noce moscata, olio EVO, etc...; se si usa la mozzarella è consigliabile non aggiungere latte)
Le patate vengono lessate, sbucciate quindi schiacciate. Si aggiungono burro (o olio), parmigiano, uova, prosciutto o mortadella, scamorza e mozzarella tagliate a dadini e si mescola bene la purea in una ciotola. Si versa quindi la purea nella teglia e, dopo averla spianata bene con una spatola si cosparge la superficie con pangrattato e riccioli di burro. La cottura avviene in forno, fino a quando non si forma una crosta dorata. Si può servire caldo, soprattutto se viene usata la mozzarella, oppure freddo.[5]
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