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Elisabetta d'Ungheria (in ungherese Erzsébet; in serbo Јелисавета?, Jelisaveta), nota anche come Elisabetta degli Arpadi (in ungherese Árpád Erzsébet) o come la Beata Elisabetta Vedova (in ungherese Árpádházi Boldog Erzsébet) (Ungheria, 1255 circa – 1322 circa) fu una delle figlie di Stefano V d'Ungheria e di Elisabetta la Cumana, divenuta regina consorte di Serbia sia pur in maniera contestata e per breve tempo.
Elisabetta d'Ungheria | |
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Litografia tratta dal Régi Magyar Szentség (Ungaricae Sanctitatis Indicia), 1695 | |
Nascita | Ungheria, 1255 circa |
Morte | 1322 circa |
Dinastia | Arpadi |
Padre | Stefano V d'Ungheria |
Madre | Elisabetta la Cumana |
Consorte di | Zavis di Falkenstein Stefano Uroš II Milutin |
Religione | cattolicesimo |
Pur essendo stata fin dall'infanzia instradata a una carriera ecclesiastica, si sposò due volte, venendo in entrambi i casi rapita dai suoi mariti, ovvero il nobile boemo Zavis di Falkenstein e il re Stefano Uroš II Milutin di Serbia. Entrambi i mariti vantavano però un grado di parentela inaccettabile con Elisabetta dal punto di vista canonico. Per questo, il matrimonio con Zavis di Falkenstein non fu riconosciuto dalla Chiesa ungherese, mentre quello con Stefano Uroš II Milutin non fu riconosciuto dalla Chiesa serba.
A seguito della sua morte, Elisabetta venne ritenuta beata dalla Chiesa ungherese. Nelle sue agiografie non viene quasi mai fatta menzione dei suoi mariti.
Elisabetta era la figlia del re Stefano V d'Ungheria e della sua moglie cumana, battezzata con il nome di Elisabetta e probabilmente a sua volta figlia di Köten, un capotribù (khan) e comandante militare cumano attivo nella metà del XIII secolo. Elisabetta aveva cinque fratelli di cui si ha conoscenza, ovvero Caterina (moglie del re Stefano Dragutin di Serbia), Maria (moglie del re Carlo II di Napoli), Anna (moglie dell'imperatore bizantino Andronico II Paleologo), il re Ladislao IV d'Ungheria e Andrea di Slavonia. La sua data di nascita esatta rimane sconosciuta; questa è stata desunta sulla base di una lettera redatta dall'arcivescovo Lodomerio di Strigonio a papa Nicola IV del 8 maggio 1288 e riportata nel 1308 dall''Anonymi Descriptio Europae Orientalis. La missiva testimonia che nel 1288 Elisabetta aveva circa 32-34 anni, ventidue dei quali vissuti in un monastero.[1][2][3][4] Pertanto, la sua data di nascita potrebbe essere collocata intorno al 1254-1256, circostanza che la renderebbe la primogenita della sua famiglia. Tale ipotesi è stata fortemente sostenuta dallo storico Ferenc Kanyó, il quale ha posto l'attenzione sulla Leggenda di Santa Margherita e sulla confessione della stessa Elisabetta della venerazione della zia (1276); nei due scritti si menziona infatti che Elisabetta era la figlia primogenita del re Stefano V.[5] Tuttavia, secondo lo storico Gyula Kristó, la cui opinione si basa sull'opera di Mór Wertner, Elisabetta nacque intorno al 1260 e fu la terza (o quarta) figlia dei suoi genitori.[6]
Elisabetta aveva quattro anni quando fu mandata al monastero domenicano della Beata Vergine sull'isola dei Conigli (l'odierna isola Margherita, a Budapest), una comunità fondata da suo nonno Béla IV per sua figlia Margherita, la quale si era anch'essa fatta monaca.[2][5][7] Nel 1259, quando al potere vi era Stefano V, i privilegi del monastero vennero confermati con una lettera; in quest'ultima viene menzionata Elisabetta, ragion per cui fu probabilmente allora che la principessa si trasferì nel monastero.[8] Stefano seguì forse l'esempio di suo padre Béla IV, che aveva mandato la sua figlia primogenita Margherita sull'isola dei Conigli.
Poco si sa degli anni della vita monastica di Elisabetta. Un documento del 1265 e la storia della vita della sua santa zia Margherita menzionano in maniera fugace la sua presenza al Monastero della Beata Vergine.[2][7][9] Santa Margherita morì nel 1270 e, secondo i documenti, desiderava che sua nipote diventasse la prossima badessa della sua comunità.[10] Elisabetta è menzionata per la prima volta come priora (priorissa) del monastero nel 1278.[11] La prosperità del monastero della Beata Vergine durante gli anni in cui visse Elisabetta è accertata da numerosi documenti dell'epoca. Per ordine del re Ladislao IV, dal 1287 il monastero vantò il diritto di ricevere gli introiti delle tasse dalla fiera di Buda.[12] Furono i numerosi possedimenti e il gran numero di successive donazioni compiute da parte della famiglia reale a rendere il monastero una delle più ricche istituzioni ecclesiastiche dell'Ungheria alla fine del XIII secolo.[13] Secondo gli ultimi passaggi della Leggenda di Santa Margherita, la priora suggerì di utilizzare la reliquia di sua zia quando il re Ladislao IV si ammalò gravemente per favorirne la guarigione.[14]
Elisabetta contrasse per due volte matrimoni nella sua vita, ma le fonti storiche relative a tali eventi rimangono controverse.
Il nobile boemo Zavis di Falkenstein fu l'amante e poi il secondo marito di Cunegonda di Slavonia, vedova del re Ottocaro II di Boemia.[15] Nel settembre 1285, tre mesi dopo il matrimonio ufficiale, Cunegonda morì, ma Zavis mantenne una grossa influenza su suo figlio, il re Venceslao II di Boemia.[16]
È noto che Elisabetta suscitò un'innegabile influenza su suo fratello, il re Ladislao IV. Si pensi al fatto che, su sua richiesta, la moglie di Ladislao IV Elisabetta di Sicilia fu imprigionata in un monastero dal settembre 1286 all'agosto 1287. L'arcivescovo Lodomerio riferì in una lettera che il «seme della discordia tra il re e sua moglie era stato piantato» dalla sorella del re.[2] Intorno al 1287-1288 Zavis di Falkenstein arrivò in Ungheria, forse per negoziare un'alleanza; in maniera altrettanto verosimile, fu l'influenza di Elisabetta sul fratello a spingere Zavis a sposarla.[17] Elisabetta fu rapita dal monastero della Beata Vergine e divenne la moglie di Zavis il 4 maggio 1288. Il rapimento fu eseguito dai cortigiani di Ladislao IV e pare che in questa occasione il re ungherese disse: «Se avessi quindici sorelle o anche di più collocate in un luogo di clausura qualunque, le porterei via con la forza da lì per farle sposare lecitamente o illecitamente, allo scopo di stringere un legame parentale con degli alleati che mi potranno eventualmente sostenere con tutto il potere di cui godono nel compimento della mia volontà».[18][19] L'arcivescovo Lodomerio informò con indignazione papa Niccolò IV del rapimento di Elisabetta e del suo matrimonio con Zavis nella lettera dell'8 maggio 1288. Il religioso affermò con certezza che Elisabetta fosse stata rapita di sua spontanea volontà. Inoltre, accusò sia Zavis che Elisabetta di incesto, sostenendo che tra di loro sussisteva «un grado di parentela» (entrambe le mogli di Zavis erano nipoti di Bela IV, re d'Ungheria; il diritto canonico dell'epoca proibiva il matrimonio quando sussisteva un legame parentale così stretto).[2]
Elisabetta chiese all'arcivescovo Lodomerio di riconoscere il suo matrimonio, ma questi rifiutò. Successivamente, Zavis ed Elisabetta si rifugiarono nel regno di Boemia e più precisamente nei feudi di Falkenstein, dove Elisabetta diede alla luce un figlio alla fine del 1288. Durante l'assenza di Zavis dalla Boemia, i suoi nemici misero il re Venceslao II contro il suo patrigno, che si appropriò dell'eredità della defunta regina vedova Cunegonda. Dopo la nascita del figlio, Zavis decise di invitare al battesimo il re Venceslao II, ma il sovrano insistette affinché Zavis giungesse a Praga per presentare di persona l'invito. Quando Zavis arrivò a corte nel gennaio 1289, egli fu arrestato e gli fu chiesto, a titolo di ultimatum, di restituire i castelli e le terre della regina vedova Cunegonda al tesoro reale. Il boemo si rifiutò di soddisfare le richieste del re, dopodiché fu accusato di alto tradimento e giustiziato. Zavis di Falkenstein fu decapitato il 24 agosto 1290 davanti ai suoi fratelli presso le mura del castello di Hluboká.[20]
Non si sa cosa fece Elisabetta dopo l'esecuzione del marito, ma appare probabile che fece ritorno al monastero della Beata Vergine situato sull'isola dei Conigli.[21][22]
Le fonti magiare, nello specifico cronache o documenti ufficiali, non riferiscono nulla del suo altro matrimonio con Milutin.[23] Per decisione di suo fratello, Elisabetta si recò in Serbia, dove trascorse del tempo assieme a sua sorella Caterina, moglie del re Stefano Dragutin. Fu lì che il fratello di Dragutin Stefan Uroš Milutin la vide; secondo quanto riferito dal cronista Giorgio Pachimere, Elisabetta fu «catturata» da Milutin contro la sua volontà. Il cronista non include Elisabetta tra le mogli legittime di Milutin e definisce questa relazione «vergognosa e adulterina».[24] Anche questo matrimonio creò problemi fin dall'inizio:
La madre di Milutin, la regina Elena d'Angiò, si rivolse alla Santa Sede chiedendo di dichiarare invalido il matrimonio, con il risultato che Elisabetta fu rimandata al monastero della Beata Vergine sull'isola dei Conigli. Il Directorium ad passagium faciendum (1332) e l'Anonymi Descriptio Europae Orientalis (1308) menzionano il rifiuto di Elisabetta al matrimonio combinato tra Milutin e Simona Paleologina.[1][3]
Esistono due differenti ricostruzioni sulla data del matrimonio di Elisabetta con Stefano Uroš II Milutin. Secondo la prima, quest'unione sarebbe avvenuta prima del matrimonio con Zavis di Falkenstein (cioè prima del 1287). Una seconda versione riferisce invece che l'evento sarebbe avvenuto dopo l'esecuzione di Zavis (ossia dopo il 1290). Inoltre, se da una parte non vi sono dubbi sulla durata del legame matrimoniale con Zavis (1287-1290), la stessa cosa non può dirsi con riferimento a Milutin. Poiché le informazioni sulla biografia di quest'ultimo risultano confuse, resta ancora oggetto di dibattito il numero di donne sposate dal nobile serbi. La cronologia di questi matrimoni varia a seconda delle fonti, ma, oltre a Elisabetta, si menzionano le seguenti consorti: una nobildonna serba sconosciuta (probabilmente chiamata Jelena), una figlia di Angelina di Giovanni I Ducas,[nota 1] la principessa bulgara Ana Terter e la principessa bizantina Simona Paleologina.[26]
«Dopo essere stato sposato per diversi anni con la sua prima moglie, figlia del sovrano della Tessaglia, la rimandò a casa e sposò la cognata di suo fratello dopo averla costretta a lasciare il monastero. Poi, poiché la Chiesa era da tempo contraria a tale relazione, mandò via anche lei. A quel punto celebrò le nozze con la sorella di Svjatoslav, il sovrano della Bulgaria. Non ebbe figli da nessuna delle tre [donne].»
Nel 1284 Milutin sposò Ana Terter. Pertanto, se il matrimonio di Elisabetta con Milutin venisse considerato il primo, esso dovrebbe essere stato celebrato «prima del 1284» e non «prima del 1287». Questa ricostruzione, la quale è stata caldeggiata dagli studiosi fino alla metà del XX secolo (compreso Konstantin Jireček), si ispira principalmente sulle informazioni testimoniate da Niceforo Gregorio.[22][24] Vladimir Ćorović, uno storico slavo del XX secolo, ritenne anch'egli che il matrimonio tra Milutin ed Elisabetta ebbe luogo prima del 1284, scrivendo a tal proposito: «[Milutin] si sposò una seconda volta con Elisabetta, la sorella di sua cognata Caterina, moglie di Dragutin. Elisabetta era una suora. Da lei ebbe una figlia con un nome ignoto. Dopo poco tempo, nel 1284, la cacciò via».[29] Alcuni storici moderni (Ljubomir Maksimović, Svetislav Mandić e Željko Fajfrić) non solo aderiscono a questa impostazione,[30] ma includono la moglie serba Jelena nell'elenco delle mogli di Milutin.[31][32]
Oltre al passaggio summenzionato di Niceforo Gregoro, chi aderisce alla ricostruzione secondo la quale la relazione di Milutin con Elisabetta avvenne prima del matrimonio con Ana Terter adducono ulteriori prove a sostegno della loro tesi:[21]
Tra le pubblicazioni relative alle vicende personali che coinvolsero Milutin ve ne sono alcune che tengono conto di fonti alternative.[31] Queste versioni si basano perlopiù sulla Anonymi Descriptio Europae Orientalis del 1308, la quale afferma chiaramente che il matrimonio con Milutin si concluse dopo l'esecuzione di Zavis di Falkenstein:[4]
«La quarta figlia di Stefano d'Ungheria fu tonsurata in un monastero, dove rimase fino all'età di trentadue anni, dopo di che rinunciò alle sue vesti di suora e sposò un nobile boemo, e dopo la morte di quest'ultimo, il re Raska, con cui diede alla luce una figlia.»
Secondo questa ricostruzione, Elisabetta divenne la moglie di Milutin, sia pur non godendo del riconoscimento della Chiesa, non prima del 1290.[7] Lo storico V. Bastovanović data l'inizio del matrimonio (o della convivenza illegittima) di Elisabetta e Milutin tra il 1292 e il 1296.[31]
Giorgio Pachimere[27][41] | Niceforo Gregorio[24][41] | Guillaume Adam[27] | Željko Fajfrić[42] e Ljubomir Maksimović[7] |
V. Bastovanović[43] |
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1) Jelena (nobildonna serba) (1272-1282, ripudiata; m. 1298) |
1) Jelena (nobildonna serba) (1272-1282, ripudiata; m. 1298) |
1) Jelena (nobildonna serba) (1272-1282, ripudiata; m. 1298) | ||
2) Elena Ducaina Angelina, figlia di Giovanni I Ducas di Tessaglia (1282-1283, ripudiata) |
1) Elena Ducaina Angelina, figlia di Giovanni I Ducas di Tessaglia (1272/1282-1283, ripudiata) |
2) Elena Ducaina Angelina, figlia di Giovanni I Ducas di Tessaglia (1282-1283, ripudiata) |
2) Elena Ducaina Angelina, figlia di Giovanni I Ducas di Tessaglia (1282-1283, ripudiata) | |
3) Ana Terter di Bulgaria (1284-1296, ripudiata) | ||||
Elisabetta d'Ungheria (concubinato [matrimonio non riconosciuto dalla Chiesa] 1283-1284, ripudiata) |
2) Elisabetta d'Ungheria (1283-1284, ripudiata) |
1) Elisabetta d'Ungheria (?-1299, ripudiata) |
3) Elisabetta d'Ungheria (1279/1283-1284, ripudiata) |
Elisabetta d'Ungheria (concubinato [matrimonio non riconosciuto dalla Chiesa] 1292/1296-1299, ripudiata) |
3) Ana Terter di Bulgaria (1284-1299, ripudiata) |
3) Ana Terter di Bulgaria (1284-1299, ripudiata) |
4) Ana Terter di Bulgaria (1284-1296, ripudiata) |
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4) Simona Paleologina (1299-1321, morte di Milutin) |
4) Simona Paleologina (1299-1321, morte di Milutin) |
2) Simona Paleologina (1299-1321, morte di Milutin) |
5) Simona Paleologina (1299-1321, morte di Milutin) |
4) Simona Paleologina (1299-1321, morte di Milutin) |
Da Zavis di Falkenstein:
Da Stefano Uroš II Milutin:
Nel 1290, mentre il re Ladislao IV era ancora in vita, Elisabetta fu citata per l'ultima volta nei documenti ungheresi (in una delle lettere del monarca fu chiamata «la nostra amata sorella»). Dal 1290 al 1300 nessun documento fa riferimento alla vita di Elisabetta. È noto invece che il 9 luglio 1300 lasciò l'Ungheria per Manfredonia, in Puglia, assieme alla sorella Maria, moglie del re Carlo II di Napoli.[49] Nel 1301 Elisabetta riabbracciò la vita monastica presso il monastero domenicano di San Pietro a Napoli, fondato da Carlo II.[50] Negli anni successivi viene saltuariamente citata nei documenti del regno di Napoli:
Negli atti del 1326 relativi all'eredità della sorella di Elisabetta, Maria, che morì nel 1323, si afferma che Elisabetta è deceduta.[49] Ciò implica che Elisabetta morì tra il 1313 e il 1326. Forse, al momento della morte di Maria nel 1323, Elisabetta già non era più in vita;[21] alcune prove non confermate sostengono che sia morta prima del luglio 1322.[51]
Il luogo in cui Elisabetta fu tumulata resta sconosciuto. Secondo le fonti disponibili, venne sepolta nel monastero di San Pietro. La Leggenda di Santa Margherita scritta dalla suora Lea Ráskai nel XVI secolo e i testi successivi basati su questa fonte riferiscono che il luogo di sepoltura si trovava sull'isola dei Conigli, accanto alla tomba di suo padre.[51][52] Gli scavi archeologici condotti sull'isola dei Conigli (oggi isola Margherita) non hanno portato alla luce alcunché, né è stata scoperta una qualche prova che testimoni la presenza della sua tomba.
Elisabetta venne poi venerata come beata. Il gesuita Gábor Hevenesi (1656-1715), autore di un libro sui santi re ungheresi, dedicò un capitolo a Elisabetta. In questo resoconto non si fa menzione del suo matrimonio con Milutin, mentre quello con Zavis è menzionato soltanto in maniera fugace. Secondo quanto narrato da Hevenesi, Elisabetta si sforzò di seguire l'esempio sua zia, Santa Margherita; ella lasciò l'Ungheria per volere del papa e si stabilì in un monastero costruito dalla sorella a Napoli.[53]
Kanyó ha ipotizzato che possa esistere una tradizione su di lei, basata sulla differenza del suo ruolo tra i più antichi testi latini della Leggenda di Santa Margherita e i tardi testi ungheresi dell'agiografia di Margherita, ma non si conoscono prove a supporto di questa tesi. Kanyó ha altresì sostenuto che il falso anno di morte di Elisabetta (1285) riportato nell'opera di Hevenesi potrebbe corrispondere ql momento della sua partenza per la Serbia.[54]
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Andrea II d'Ungheria | Béla III d'Ungheria | ||||||||||||
Agnese d'Antiochia | |||||||||||||
Béla IV d'Ungheria | |||||||||||||
Gertrude di Merania | Bertoldo IV d'Andechs | ||||||||||||
Agnese di Rochlitz | |||||||||||||
Stefano V d'Ungheria | |||||||||||||
Teodoro I Lascaris | … | ||||||||||||
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Maria Lascaris di Nicea | |||||||||||||
Anna Comnena Angelina | Alessio III Angelo | ||||||||||||
Eufrosina Ducena Camatera | |||||||||||||
Elisabetta d'Ungheria | |||||||||||||
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Elisabetta dei Cumani | |||||||||||||
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