Discussione:Edmund Husserl
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Edmund Husserl | |
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Argomento di scuola secondaria di II grado | |
Materia | filosofia |
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Progetto Wikipedia e scuola italiana |
Husserl scrisse nella sua autobiografia che si proponeva una fondazione della scienza moderna, la quale non poteva operarsi se non dall'esterno della scienza stessa, ovvero con la filosofia. Il fondazionalismo filosofico è sottoposto tuttora a una critica serrata, ma sono innegabili i risultati della filosofia di Husserl.
Per Husserl non c'é un essere trascendente e metafisico al di fuori della natura;l'essere è da-sein, ossia esser-ci, hic et nunc in un dato spazio-tempo. l'essere della filosofia classica è però eterno e immobile, mentre la vita del nostro mondo è finitezza e cambiamento continuo. Per risolvere questa contraddizione gli antichi ponevano l'essere in una dimensione fuori dello spazio -tempo; Husserl notò che il tempo è il disvelarsi di questo essere-verità, riprendendo l'idea di Sant'Agostino del tempo come immagine mobile dell'eterno immobile. Per Husserl non c'è una volontà di disvelamento da parte dell'essere che è costretto dalla sua natura a disvelarsi, non potendosi escludere che quanto capito in un epoca torni a nascondersi in un altra.
La tematica esistenziale ha fatto classificare Husserl come padre degli esistenzialisti, anche se non voleva essere considerato di tale scuola filosofica che ha però largamente attinto da lui.
Sicuramente interessante, va però sistematizzato prima di inserirlo. Semplicemente appenderlo a fondo pagina non ha senso. Se l'autore non si fa vivo entro breve, cercherò di provvedere ad inserire il materiale per quanto riesca a capirlo. Cat 09:51, Mag 2, 2004 (UTC)
L'uomo che si domanda il senso della vita parte da un contesto in cui si dice, si fa, si muore in cui l'esistenza perde autenticità per ridursi a un "si" impersonale. l'autore fa notare che anche la morte e` stata rimossa e attribuita come questione d'altri con il "si muore";e` pero' la consapevolezza che il tempo di un'esistenza terrena e` finito (credendo o meno in una vita ultraterrena)che ci spinge davanti alla naturale paura della morte non rimuovendola,ma reagendo con una maggiore voglia di vivere.ecco che vivere e` vivere per la morte avendo presente questo capolinea o passaggioche dovrebbe accompagnarci a una esistenza autentica.
Il pezzo qui sopra mi pare piuttosto Heideggeriano che Husserliano ... Cat 12:11, Mag 3, 2004 (UTC)
Sarebbe utile/interessante inserire tutta la "controversia" Husserl-Frege, ben descritta nel capitolo "Gottlob Frege and Husserl's Anti-Psychologist Turn" di Wikipedia in lingua inglese.
La fenomenicità del reale è un dato della coscienza. Mediato o immediato: la risposta è subordinata alla natura della coscienza: automatica integrazione del vissuto empirico come elmento co-sostanziale la coscienza medesima, ovvero elaborazione complessa del percepito attuale mediante processi nativi o acquisiti mnesico-cognitivi. La prima definizione ben si correla all'intenzionalità di Brentano-Husserl, la seconda necessita dello strumento riduttivo fenomenologico. Merito di Husserl è di avere tolto la coscienza dalla stasi trascendentale di Koenigsberg, di avere rigenerato la speranza operativa all'esistenza, di avere riproposto in chiave filosofica il tema caro all'alchimia delle nozze chimiche. Utente:Fpelizzoni