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tradizione culinaria del Senegal Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La cucina senegalese è l'espressione dell'arte culinaria sviluppata in Senegal ed è considerata tra le migliori di tutta l'Africa[senza fonte]: usando diverse combinazioni di alimenti e molte spezie, la cucina senegalese ottiene un miscuglio di sapori, odori e colori che la rendono ricca e variegata.
Per gli abitanti del Senegal i pasti rappresentano momenti importanti di condivisione, solidarietà e incontro, tant'è che è abitudine mangiare tutti insieme, seduti su un tappeto intorno allo stesso vassoio, che contiene porzioni per sei fino a dieci persone, a volte anche di più.
Non vengono usate le posate, ma si mangia con la mano destra, raccogliendo con le dita un po' di riso, appallottolandolo fino a formare delle specie di polpette e portandolo alla bocca. Tuttavia, quando ci sono ospiti europei viene solitamente offerto loro un cucchiaio. Il pesce, la carne e le verdure vengono spezzettati dalla padrona di casa.[1]
L'ospitalità, l'accoglienza e la disponibilità del popolo senegalese nei confronti degli ospiti e degli stranieri, virtù tipiche conosciute come teranga, fanno sì che agli ospiti vengano cucinati piatti con gli ingredienti più pregiati e che vengano loro riservate le parti migliori.[2] Il pranzo è accompagnato dal bissap, un infuso di carcadè servito freddo; a fine pasto, dopo la frutta viene servito il tè berbero (athaya).
L'agricoltura di sussistenza fornisce manioca e miglio, che costituiscono la base di quasi tutti i piatti della cucina senegalese. Infatti, le famiglie più povere non possono permettersi pesci o carni pregiate, e l'unico pasto che possono servire è il pranzo, considerato in ogni caso il pasto più sostanzioso della giornata. Le famiglie più fortunate possono permettersi anche la colazione, durante la quale viene consumato pane (tipica baguette francese) con formaggio, tonno e maionese insieme al caffè Touba, e la cena, costituita da piatti leggeri come insalate accostate a carne, pesce o zuppa.[3]
La base dell'alimentazione senegalese è costituita da cereali, di cui, oltre il miglio, il più diffuso è il riso, importato dai coloni francesi alla fine del XIX secolo, consumato e coltivato in tutto il Senegal. Nella parte meridionale del paese e nella Casamance si coltiva il fonio, un cereale dal sapore delicato, conosciuto per le sue qualità nutritive e terapeutiche contro il diabete; anch'esso, come il miglio, viene preparato come cous cous.[4]
Il Senegal è uno dei paesi dell'Africa occidentale in cui si consumano più legumi.[5]
Le arachidi, ad alto contenuto di proteine e niacina, vengono consumate principalmente tostate, ma possono essere mangiate fresche o fatte seccare, fatte bollire o ridotte in pasta per ottenere il burro di arachidi, usato come componente nelle salse di diversi piatti tradizionali, ad esempio il mafé. Dai semi di arachidi si può ricavare un olio molto usato in cucina.
Il gombo o kandia è un tipo di verdura che viene raccolto prima della completa maturazione, quando è ancora verde. Il suo aspetto è simile a quello di un peperoncino allungato; può essere consumato fresco o fatto essiccare per conservarlo meglio. Il gombo viene utilizzato come componente del Soupe Kandja.
I niébés sono fagioli piccoli bianchi e neri dal sapore dolce e sono definiti "la carne dei poveri". Vengono usati sia per arricchire i sughi, sia fritti nell'olio accompagnati da salsa di cipolle sia per fare delle polpette da mangiare con il sugo di pomodoro, le cipolle e il peperoncino.
Il diakhatou è una specie di melanzana amara, verde o gialla, usata come ingrediente nelle salse o nei piatti tradizionali.
Dal 1990, in Senegal è stato dato grande impulso alla pesca, cosa che ha reso il pesce una risorsa importantissima sia dal punto di vista economico che alimentare. Il consumo di pesce fornisce un importante apporto di proteine, grassi polinsaturi, vitamine] e sali minerali; pesci (principalmente cefali, carpe rosse, ombrine, tonni, sogliole, barracuda, rane pescatrici, pesci San Pietro, pesci spada) e crostacei (ostriche di mangrovia, granchi, granseole, cicale, polpi, aragoste, gamberi, gamberetti) vengono usati nella preparazione di piatti tradizionali come il Thiebou dien o la Soupe Kandja.
La carne può essere cotta alla griglia o in padella con vari sughi, fatta affumicare o marinare con spezie e succo di limone. È usata soprattutto la carne di manzo, di agnello, di pecora o di pollo, mentre quella di maiale è rara, essendo il Senegal un paese per il 92% musulmano[6]; con il miglioramento delle condizioni di vita è andato aumentando anche il consumo di carne di bue.[4]
Il frutto più diffuso in Senegal, oltre alla banana, è il mango, ricco di fibre, vitamina C e carotenoidi. Può essere consumato fresco, secco o come succo di frutta e viene solitamente consumato a fine pasti. Il seme del mango, viene utilizzato come insaporitore anche per la preparazione di una salsa chiamata macchat, fornendogli un sapore dolciastro e allo stesso tempo amarognolo. Viene consumata dopo il piatto principale detto ceebu jën.
Altri frutti tropicali diffusi sono la papaya, servita fresca o come frutta secca con funzione proteolitica, la guaiava, servita anch'essa fresca o usata per succhi, la noce di cocco, consumata fresca o secca, il mad, un frutto con grossi semi giallo-aranciati avvolti da una polpa agrodolce che può essere consumato sia dolce aggiungendoci un po' di zucchero, sia salato.[4]
In Senegal sono abbondanti anche i pompelmi, soprattutto quelli rosa, e le arance, molto dolci ma con poco succo.
I piatti tradizionali senegalesi sono a base di riso, verdura, pesce e carne.
La cucina moderna senegalese si è arricchita di svariati antipasti:
Il consumo di alcolici in Senegal, paese prevalentemente islamico, è limitato. Nella regione Casamance si beve vino di palma, mentre nei villaggi dell'etnia Toucouleur si preferisce bere il toufam, un miscuglio di yogurt e acqua zuccherata[7]; la bevanda tradizionale rimane tuttavia il tè alla menta.
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