Cosmographia (Sebastian Münster)
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La Cosmographia universalis di Sebastian Münster, pubblicata in più edizioni a partire dal 1544, è la prima descrizione del mondo in lingua tedesca.
Cosmographia universalis | |
---|---|
Copertina della prima edizione, stampata da Heinrich Petri | |
Autore | Sebastian Münster |
1ª ed. originale | 1544 |
Genere | trattato |
Lingua originale | tedesco |
Vi furono poi numerose edizioni in diverse lingue, fra cui latino, francese (tradotta da François de Belleforest), italiano, inglese e ceco. La Cosmographia universalis fu uno dei libri più popolari e di successo del XVI secolo, e vide ben 24 edizioni in 100 anni: l'ultima edizione tedesca venne pubblicata nel 1628, molto tempo dopo la morte dell'autore.
Cosmographia è la forma latina del greco kosmographía (Descrizione del mondo, kósmos - ordine mondiale, spazio, gráphein - scrivere). Sebastian Münster è uno dei più famosi cosmografi rinascimentali, insieme a Leonardo da Vinci (1452–1519), Martin Behaim (1459–1507), Martin Waldseemüller (1472/75–1520), Petrus Apianus (1495–1552) e Gerhard Mercator (1512–1594).
Quando scrive la Cosmographia Münster aveva già pubblicato Germania descriptio (1530) e Mappa Europae (1536). Nel 1540 Münster pubblicò un'edizione latina della Geographia di Tolomeo, con illustrazioni. L'edizione del 1550 della Cosmographia universalis contiene città, ritratti e costumi, come nella voce Sardiniae Brevis Historia e Descriptio del magistrato cagliaritano Sigismondo Arquer, con una famosa dacarta dell'isola e una veduta a volo d'uccello di Cagliari.
Il particolare successo anche commerciale di quest'opera fu dovuto in parte alle belle incisioni (tra i cui autori si possono citate Hans Holbein il Giovane, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Interessante è l'apparato iconografico riguardo all'abbigliamento popolare, che è rappresentato nelle sue forme più varie, indagando sulle differenze sociali, territoriali, di mestiere, rappresentando anche quelli allora esotici e fantasiosi. La parte più interessante risulta quella sui costumi delle classi non agiate, in quanto essi erano poco presenti nell'usanza tipografica del tempo e idealizzati.[1]