Campi Flegrei
sistema vulcanico in Italia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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I Campi Flegrei (dal greco antico φλέγω?, phlégō, "brucio", letteramente "campi ardenti") sono una vasta area di natura vulcanica della Campania attiva da più di 80.000 anni,[1][2] a ovest della città di Napoli e del suo golfo. Si tratta di un'ampia caldera caratterizzata da più depressioni ed edifici vulcanici che rappresentano le molte bocche eruttive del vulcano. Comprende i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida, parte dei comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli, e i quartieri di Napoli di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura e parte dei quartieri di Chiaiano, Arenella, Vomero, Chiaia e Posillipo.
Campi Flegrei (area vulcanica) | |
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Panorama dei Campi Flegrei con al centro il cratere degli Astroni | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Napoli |
Altezza | 457 m s.l.m. |
Caldera | Campi Flegrei |
Ultima eruzione | 29 settembre 1538 |
Codice VNUM | 211010 |
Coordinate | 40°49′39.65″N 14°08′20.55″E40°49′39.65″N, 14°08′20.55″E |
Mappa di localizzazione | |
La caldera è in parte sommersa dal golfo di Pozzuoli. L'edificio vulcanico maggiore, la collina dei Camaldoli, è alta 457 m s.l.m.
Le maggiori eruzioni, l'ignimbrite campana e il tufo giallo napoletano hanno contribuito a creare la pianura campana e le colline di Napoli. L'ignimbrite campana in particolare è stata la maggiore eruzione registrata nel continente europeo.
L'ultima eruzione definita di Monte Nuovo è avvenuta nel 1538.[3]
È il vulcano attivo più settentrionale dell'Europa continentale e a causa della forte urbanizzazione uno dei più pericolosi e monitorati.[4] È parte del distretto vulcanico campano insieme al Vesuvio e Ischia.
È definito il supervulcano d'Europa, termine più giornalistico che scientifico per indicare le grandi caldere responsabili di significative eruzioni nel passato. Viene quindi indicato spesso come il gemello di Yellowstone, Rabaul, Lago Toba o della Long Valley.[5]
L'area è di grande importanza storica, culturale, paesaggistica. Definita terra del mito, forse proprio a causa della natura vulcanica, ha attratto e affascinato dall'antichità le popolazioni che l'hanno colonizzata. Nell'area flegrea furono fondate le prime colonie della Magna Grecia, in epoca romana l'area è stata tra mete più ambite dall'aristocrazia e Pozzuoli ha rappresentato a lungo il principale porto dell'impero.[6][7]
L'area è caratterizzata da fenomeni di vulcanismo secondario quali emissioni di gas, fumarole, solfatare, mofete, sorgenti termali, deformazioni del suolo e sismicità. È nota in particolare per il bradisismo, che nella versione negativa (cioè di sollevamento) comporta sismicità relativamente elevata (magnitudo comprese tra 4 e 5 gradi della scala richter ma di bassa profondità) e può segnalare (in base all'intensità, insieme ad altri parametri) un'evoluzione eruttiva, ragioni che hanno richiesto l'allontanamento della popolazione da Pozzuoli nelle crisi 69-72 e 82-84, definite in seguito eruzioni abortite.[8][9] Nel 2005 una nuova ripresa del bradisismo negativo ha comportato nel 2012 l'innalzamento del livello di allerta al giallo, in una scala di quattro livelli dove il verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione.[10]