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bolla pontificia emessa da papa Celestino V (1294) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Inter sanctorum solemnia, nota anche come Bolla del Perdono, è una bolla pontificia emessa da papa Celestino V il 29 settembre 1294.
Inter sanctorum solemnia Bolla pontificia | |
---|---|
Pontefice | papa Celestino V |
Data | 29 settembre 1294 |
Anno di pontificato | I |
Traduzione del titolo | Tra le feste dei santi |
Argomenti trattati | Indulgenza plenaria |
Bolla precedente | Vineam Sorec |
Bolla successiva | Clericis laicos |
Il documento istituisce il rito della Perdonanza Celestiniana e rappresenta il primo esempio nella storia di indulgenza plenaria.[1] L'autenticità del documento è stata confermata nel 1967 da papa Paolo VI.[2]
La bolla venne emessa poco tempo dopo l'elezione di Pietro da Morrone ed esattamente un mese dopo la sua incoronazione a Sommo Pontefice, avvenuta il 29 agosto nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, all'Aquila.
Il documento elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si recheranno nella stessa basilica aquilana dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Il rito religioso — tra i più antichi d'Italia e popolarmente noto con il nome di Perdonanza Celestiniana — si svolge pertanto da 730 anni e può essere considerato precursore del Giubileo istituito nel 1300 da papa Bonifacio VIII. La tradizione vuole che per lucrare l'indulgenza si debba attraversare una porta specifica, detta Porta Santa, posta sulla facciata sinistra della basilica di Santa Maria di Collemaggio ed aperta solo in occasione della Perdonanza; nella bolla comunque si cita solo l'entrare nella chiesa ed è da specificare che tale tradizione è di epoca postuma.
Nonostante le intimazioni di Bonifacio VIII — oppositore e successore, al soglio pontificio, di Celestino V — di riconsegnare il documento alla chiesa, la Bolla del Perdono è sempre stata custodita all'Aquila.[3] Fino al 1983 il documento fu conservato nel Forte spagnolo sotto la custodia della Soprintendenza dell'Aquila, poiché in quell'anno venne spostato per volontà del Comune nella torre civica di Palazzo Margherita, sede del municipio cittadino, e posto in un'apposita cappella blindata da cui viene estratto per le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana.[2] Subito dopo il terremoto dell'Aquila del 2009, che portò all'inagibilità del municipio, la Bolla fu portata nella Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza, nella frazione di Coppito, e solo nel 2018 è tornata nel centro storico cittadino, conservata nel caveau della filiale della Banca d'Italia;[4] dal 2009 è stata eccezionalmente esposta anche in eventi fuori città, come ad esempio all'Expo di Milano del 2015.
Il documento è un manoscritto su pergamena, avente dimensioni di 360×600 mm.[1]
Di seguito il testo originale in latino e la traduzione in italiano:[5][6]
«Celestinus episcopus, servus servorum Dei, universis Christi fidelibus presentes litteras inspecturis, salutem et apostolicam benedictionem.
Inter sanctorum solemnia sancti Johannis Baptiste memoria eo est solennius honoranda, quo ipse de alve sterilis matris procedens fecundus virtutibus, sacris eulogiis et facundus fons, apostolorum labium et silentium prophetarum, in terris Christi presentiam, caliginantis mundi lucernam, ignorantie obtectis, tenebris, verbi preconio et indicis signo mirifico nuntiavit, propter quod eius gloriosum martyrium mulieris impudice indictum intuitu misteraliter et secutum. Nos qui in ipsius Sancti decollatione capitis in ecclesia sancte Marie de Collemayo Aquilensi, ordinis sancti Benedicti, suscepimus diadematis impositum capiti nostro insigne, hymnis et canticis ac fidelium devotis oraculis cupimus venerabilius honorari. Ut igitur ipsius decollationis festivitas in dicta ecclesia precipuis extollatur honoribus et populi Domini devota frequentia tanto devotius et ferventius honoretur, quanto inibi querentium Dominum supplex postulatio gemmas Ecclesie donis micantes spiritualibus sibi reperiet in eternis tabernaculis profuturas, omnes vere penitentes et confessos qui a vesperis eiusdem festivitatis vigilie usque ad vesperas festivitatem ipsam immediate sequentes ad premissam ecclesiam accesserint annuatim et omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate confisi a baptismo absolvimus a culpa et pena quam pro suis merentur commissis omnibus et delictis.
Datum Aquile III kalendas octobris, pontificatus nostri anno primo»
«Celestino vescovo, servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che vedranno la presente lettera, salute e apostolica benedizione.
Tra le solennità dei Santi, è da annoverare, tra le più importanti, quella di San Giovanni Battista, in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiaia, tuttavia fu fertile di virtù e fonte eloquente di sacri doni, voce degli Apostoli avendo concluso il ciclo dei profeti, annunziò la presenza di Cristo, lucerna del mondo offuscato, sulla terra ricoperta dalle tenebre dell'ignoranza, mediante l'annuncio del verbo e mediante miracolose indicazioni, onde per cui segui il suo glorioso martirio misteriosamente ordinato dall'arbitrio di una donna impudica. Noi che nel giorno della decollazione dello stesso Santo, nella chiesa aquilana di S. Maria di Collemaggio, dell'Ordine di San Benedetto, ricevemmo l'insegna del diadema posta sul nostro capo, desideriamo che sia onorato con più venerazione mediante inni, canti e devote suppliche dei fedeli. Affinché, adunque, in detta chiesa, la festività della decollazione di S. Giovanni sia esaltata con particolari onoranze e tanto più devotamente e tanto più ferventemente sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, quanto più in tale chiesa la supplice preghiera di coloro che cercano il Signore troverà le gemme risplendenti dei doni spirituali della Chiesa, che gioveranno nei tabernacoli eterni, per la misericordia di Dio onnipotente e confidando nell'autorità dei suoi beati apostoli SS Pietro e Paolo, annualmente assolviamo dalla colpa e dalla pena, che meritano per tutti i loro peccati, commessi fin dal battesimo, tutti coloro che veramente pentiti e confessati saranno entrati nella predetta Chiesa dai vespri della vigilia della festività di S. Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività.
Dato in L'Aquila, il 29 settembre nell'anno primo del nostro pontificato»
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