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Bolesław Prus
scrittore e giornalista polacco / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Bolesław Prus, pseudonimo di Aleksander Głowacki[1][2][3][4][5] (Hrubieszów, 20 agosto 1847 – Varsavia, 19 maggio 1912), è stato uno scrittore e giornalista polacco, celebre esponente della Letteratura polacca[2] e, più in generale, europea, noto soprattutto per i romanzi La bambola (1887-1889)[5] e Il Faraone (1894-1895)[4], dal quale il regista Jerzy Kawalerowicz ha ricavato l'omonimo film. È ricordato tra gli autori positivisti[2][4] e, assieme all'amico Julian Ochorowicz - con il quale condivideva la passione per l'Occultismo - è forse il maggior scrittore polacco di questo movimento. Nei suoi romanzi ha narrato la società polacca del suo tempo[1], con particolare attenzione alla nascente borghesia[2].
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Scelse lo pseudonimo Prus, poiché era legato da vincoli familiari ai Prus, famiglia prestigiosa appartenente alla Szlachta (la nobiltà polacca)[3]. Fu legato, come tanti altri autori suoi connazionali prima e dopo di lui, tanto alla Patria da prender parte, appena quindicenne[1], alla Rivolta di gennaio (1863) contro l'Impero russo[4] oppressore: fu per questo catturato e imprigionato. Divenne giornalista nel 1872 a Varsavia[6] e partecipò attivamente alla vita culturale della città. Occasionalmente, su alcuni quotidiani sono comparsi suoi brevi racconti e romanzi. Realizzata l'impossibilità di poter ottenere all'epoca l'indipendenza della Polonia dall'Impero, si dedicò attivamente, e - si potrebbe dire - "positivisticamente", allo studio dei problemi sociali del tempo[5].
Nel 2012 l'UNESCO ha celebrato il centenario della sua morte, ricordando Prus come un importante autore della Letteratura mondiale oltreché di quella polacca[1].
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